26 Novembre 2022, 06:01
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CATANIA – Come il gioco delle tre carte, ma con il gasolio. Lo schema, rivelato dall’operazione della Guardia di Finanza che ha messo sotto indagine 13 persone e 10 aziende (NOMI), era stato messo in piedi da un gruppo con base a Gravina, che acquistava gasolio allungato con olii esausti e poi lo metteva in commercio in Sicilia senza pagare le accise.
Il perno delle operazioni sarebbe stata la Sicilfuel, azienda che ha un deposito a Santa Venerina ed era autorizzata dall’Ufficio delle Dogane a stoccare in totale 225 metri cubi di carburante, tra benzina, gasolio per autotrazione e gasolio agricolo.
Ad attirare l’attenzione degli investigatori sono state diverse anomalie. Le analisi su alcuni campioni di gasolio della Sicilfuel, ad esempio, hanno attestato, come si legge nelle carte dell’inchiesta, la “non conformità dei prodotti, così da lasciare ipotizzare operazioni di miscelazioni non autorizzate”. In più, nel 2018 e 2019 la Sicilfuel ha comunicato giacenze di prodotti maggiori alle capacità dei propri siti di stoccaggio.
Intorno alla Sicilfuel si muoveva una costellazione di diverse società, tutte impegnate a vendere o comprare gasolio dall’azienda della provincia di Catania. Alcune di queste dichiaravano di spedire prodotti alla Sicilfuel quando in realtà il gasolio arrivava al sito di stoccaggio da altre aziende. Altre invece esistevano solo sulla carta, senza strutture né autorizzazioni, la cui sola funzione era certificare lo spostamento e la vendita di una certa quantità di gasolio.
Una delle aziende coinvolte sarebbe stata secondo gli investigatori la G&G Srl, ditta con un deposito in provincia di Palermo da cui Sicilfuel ha certificato più volte di aver comprato gasolio. Ma gli acquisti sarebbero avvenuti solo su carta: in realtà la Sicilfuel acquistava da aziende calabresi del gasolio agricolo, che poi rivendeva come gasolio per autotrazione. In più, il gasolio della G&G era sottratto dal controllo fiscale con spedizioni a siti di stoccaggio inesistenti.
Sulla G&G, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, è emerso che “il deposito di prodotti energetici, pur non risultando acquirente e destinatario di partite di gasolio uso autotrazione, ha effettuato diverse forniture di tale tipologia di prodotto petrolifero alla Sicilfuel”.
Lo spostamento dei prodotti petroliferi seguiva un complicato sistema di documenti di trasporto e fatture. Per fare un esempio, l’ordinanza di custodia cautelare cita il caso del 17 febbraio 2021, quando la G&G certifica con un documento di trasporto la spedizione alla Sicilfuel, dal suo deposito di Sciara in provincia di Palermo, di 15 mila litri di gasolio per uso autotrazione.
In realtà però l’autobotte che dovrebbe trasportare il gasolio palermitano si trova in Calabria e sta facendo il percorso verso Catania. A bordo c’è il petrolio prelevato in un’azienda calabrese. Il quale però, secondo un altro documento di trasporto, risulta destinato al deposito della Astra Petroli srl. Deposito che non esiste.
Un unico carico di carburante, dunque, che viaggia dalla Calabria alla Sicilia. Ma diversi documenti che attestano che il carburante ha diverse origini, e diverse destinazioni.
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26 Novembre 2022, 06:01