Catania, i Santapaola-Ercolano e il pizzo fatto pagare per 29 anni

I Santapaola-Ercolano e il pizzo fatto pagare per 29 anni

I risvolti dell’ordinanza sfociata nell’operazione “Sangue Blu” che ha decapitato i vertici del clan.
L'INCHIESTA
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CATANIA. Sono storie di mafia che affondano le proprie radici nel tempo. Addirittura, in certi casi, iniziano quasi trent’anni fa. Correva l’anno 1990 quando per la prima volta, un grande negozio di giocattoli della provincia, fu costretto a pagare il pizzo al clan Santapaola-Ercolano. E sarebbe andata avanti così fino a un paio d’anni fa. Nel frattempo lo scettro del clan, si fa per dire, è finito a Ciccio Napoli, al secolo Francesco Tancredi Maria Napoli, l’ultimo presunto reggente del clan, un rampollo dei clan catanesi proveniente da una famiglia ritenuta dal gip Anna Maria Cristaldi, nell’ordinanza che ha portato all’operazione “Sangue Blu”, che ha decapitato i vertici del clan, “un tempo l’elite della mafia”. Il pizzo al negozio giocattoli è uno dei casi scoperti dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania, e venuti fuori dalle carte dell’inchiesta coordinata dalla Dda catanese.

Il centro di tutto è proprio il clan Santapaola-Ercolano e l’ultimo dei suoi presunti boss, quarantaseienne.
“Protagonista delle dinamiche mafiose catanesi fine degli anni 90”, Napoli sarebbe “un personaggio carismatico”, “gravato da una lunghissima carcerazione, ma non provato dalla stessa tanto riprendere immediatamente un ruolo di grande responsabilità in seno all’associazione mafiosa questione, adottando una maniacale attenzione ai propri movimenti, ai propri incontri, alle proprie parole, onde evitare di dover ripetere l’esperienza più che decennale in carcere, ma senza sottrarsi ruolo di reggente dell’organizzazione mafiosa Santapaola-Ercolano, in un momento in cui detta organizzazione necessitava di una solida guida, essendo stata falcidiata dall’esecuzione numerose ordinanze, con la detenzione di affiliati storici e capi”.

La sua lunga appartenenza a Cosa Nostra “e la stima riconosciutagli trasversalmente in ambito mafioso”, hanno comportato che di lui abbiano parlato “sia storici collaboratori di giustizia e, tra questi, Santo La Causa”, sia gli ultimi e più recenti, come Salvatore Scavone e Silvio Corra.


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