Catania, i trucchi dei furbetti del reddito di cittadinanza - Live Sicilia

Catania, i trucchi dei 389 furbetti del reddito di cittadinanza

Il comandante Battaglia spiega cosa hanno scoperto durante i controlli.

Indirizzi di residenza fasulli per poter ottenere il reddito di cittadinanza. Addirittura in una richiesta è stato indicata la sede di un carcere. Ma anche campi nomadi e aperta campagna. Sono questi alcuni dei trucchetti scoperti dai carabinieri della Compagnia di Fontanarossa che hanno controllato 862 cittadini per lo più abitanti nel rione di Librino e ne hanno denunciato 389. Ma il ‘trucco’ più usato è stato quello di dichiararsi single. C’è stato anche un caso limite: i membri di una famiglia di 4 persone avevano presentato tutti, singolarmente, la richiesta di reddito di cittadinanza omettendo di dichiarare l’esatta composizione del loro nucleo familiare: risultando formalmente “da soli” a casa erano riusciti ad ottenere il sussidio, dal 2020 al 2022, per 18.496,75 euro.

“Nella maggior parte dei casi il richiedente dichiarava di essere l’unico componente del nucleo familiare al fine di ricevere il sussidio – spiega il Tenente Colonnello Giuseppe Battaglia, comandante della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa  – anche se non ne aveva diritto visto che conviveva con una persona che percepiva reddito. In altri casi invece l’obiettivo era per far percepire il reddito di cittadinanza agli altri componenti della famglia. L’Inps erogava il contributo basandosi sulle dichiarazioni mendaci dei richiedenti. Sono state riscontrate anche delle residenze fittizie come nel caso di alcuni cittadini di nazionalità romena che avevano indicato tutti lo stesso indirizzo dove non avevano mai soggiornato. Sono stati accertati anche indirizzi in aperta campagna, campi nomadi e in un caso anche la sede di un istituto penitenziario. Tra i beneficiari anche persone sottoposte agli arresti domiciliari, lavoratori in nero e anche  stranieri che hanno dichiarato falsamente – conclude il comandante – di essere residenti in Italia da più di dieci anni”.


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