25 Dicembre 2021, 05:29
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CATANIA – Per i medici dell’emergenza è una sera come le altre. Una fetta di panettone al volo, tra una visita e l’altra, è l’unico particolare che fa comprendere che quella che sta per arrivare è la notte magica di Natale. Ma per chi indossa il camice bianco non ci sarà alcun pacchettino da scartare a mezzanotte sotto l’albero. Tutto è rinviato a domattina a fine turno. Un gruppo di giovanissimi (l’età media è 32 anni) lavora nel nuovo Pronto Soccorso del San Marco di Librino. La responsabile è Paola Noto, 43 anni. “Io sono la più vecchia della squadra”, dice. Il team, per utilizzare una terminologia sportiva, è composto da 70 infermieri e 25 medici. Molti sono specializzandi. Cominciare la carriera medica in zona critica e in un pronto soccorso di nuova apertura aveva creato “qualche remora, ma- spiega Noto – sono state ampiamente superate. Anche perché c’è un tutoraggio da parte dei colleghi del Rodolico per preparare i giovani medici a un lavoro complesso come il nostro”.
Una serata come le altre, insomma. “Ci preoccupa di più, anche per la zona, la notte di Capodanno. Infatti ho previsto un medico di più di guardia”, dice.
Ha la pellaccia dura Paola Noto (responsabile UOSD MCAU Ospedale San Marco di Catania). Dopo 20 anni di professione l’emotività quando si indossa il camice si deve mettere da parte. “Al Pronto Soccorso il carico emotivo non te lo puoi permettere. Questo è il mio lavoro”, dice. Anche se quando pochi giorni fa sono arrivati i sopravvissuti dell’incidente del furgoncino in tangenziale “è stato pesante”, ammette Paola Noto.
Il presidio d’emergenza è stato inaugurato da pochissime settimane. “Ancora non ci conosciamo tutti, ma al Pronto Soccorso, trascorrendo ore e ore a stretto contatto si diventa seconda famiglia in poco tempo”. Il rodaggio però è stato veloce. “Siamo abbastanza contenti di come sta andando il Pronto Soccorso, ci attestiamo intorno ai 70-80 accessi al giorno. Tutto secondo le previsioni. Il sistema funziona: non abbiamo sovraccarico e attese al Triage. E il San Marco risponde in modo molto sinergico”,
Per Paola Noto non è la prima inaugurazione di un Pronto Soccorso, ha vissuto in prima persona la chiusura al Vittorio Emanuele in via Plebiscito e l’apertura della struttura del Policlinico. Ma l’inaugurazione del San Marco ha qualcosa di ‘particolare’, perché è avvenuta in piena pandemia globale Covid. E inoltre, pochi giorni dopo il taglio del nastro, c’è stato un incremento di casi sostanziale. “Abbiamo avuto un aumento – spiega Noto – di accessi covid positivi che necessitano di percorsi dedicati. Infatti abbiamo ampliato la zona prevista. Portando la possibilità di assistere contemporaneamente da 4 a 8 pazienti”. La recrudescenza dei contagi non ha scomposto per nulla Paola Noto perché “gestire pazienti Covid” per lei “è ordinaria amministrazione”. Lo scorso anno, a marzo, in pochi giorni ha allestito la subintensiva Covid al San Marco diventandone la responsabile. “Non abbiamo nemmeno potuto fare una cena tutti insieme, vista l’emergenza epidemiologica abbiamo evitato. L’altro giorno ci siamo solo ritagliati un momento per scambiarci gli auguri di Natale e mangiare una fetta di panettone”.
Qui si sente l’entusiasmo dei giovani medici. I momenti critici ci sono. Per superarli c’è una formula vincente: “Cerco di fare squadra. Trascorro al Pronto Soccorso 12 ore per far sentire sempre la presenza di una figura dirigenziale. E se non ci sono io, c’è la dottoressa Manuela Puglisi che è il mio braccio destro o il dottore Giovanni Meli che è il mio braccio sinistro. Insomma, siamo sempre con loro h24”. Paola Noto ha il volto nascosto dalla mascherina, gli occhi però hanno la luce che contraddistingue chi ha scelto questa professione. L’armatura dell’ordinaria amministrazione si crea dopo anni in corsia , ma il cuore di un medico batte in modo speciale. Per aiutare gli altri.
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25 Dicembre 2021, 05:29
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