29 Giugno 2015, 15:01
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CATANIA – Le ammissioni di Pulvirenti la certezza, tutto il resto la scura nube di infiniti punti interrogativi al momento senza risposta. L’incubo per il Catania assume contorni ulteriormente drammatici. Con una data che rappresenta termine perentorio per guardare al futuro, qualunque esso sia: il 15 luglio. Ovvero, il termine ultimo per l’iscrizione al campionato di serie B, nonostante la scadenza vera e propria sia quella del 30 giugno. A tutti, però, è permessa una eventuale deroga di quindici giorni.
La dead line entro la quale va versata la famosa fideiussione da 800 mila euro. Tutto questo, ovviamente, sulla carta. Perché in questo momento non si conosce ancora quello che sarà il responso delle aule della giustizia ordinaria e sportiva. Però, nel frattempo, i passi dovuti vanno fatti, senza esitazioni. I conti della società, per quanto se ne sa, erano e restano sanissimi e, dunque, non sarebbe certo il versamento della cifra il problema. La questione è, ovviamente, extracalcistica.
E quella di oggi è stata la giornata che potrebbe avere segnato irrimediabilmente il destino immediato della società rossoazzurra. Perché se da una parte la tifoseria, la città, l’ambiente etneo stanno gridando a gran voce di fare in modo che si preservino titolo e blasone da qualsiasi tsunami, le ammissioni dell’ormai ex patron Pulvirenti nell’interrogatorio sostenuto in Procura hanno il sapore amaro di un percorso irreversibile. Dopo quanto affermato dall’ex presidente (dimessosi dalla carica assieme all’amministratore delegato, Pablo Cosentino) la strada si fa tortuosa. Il mantenimento della cadetteria resta un’utopia; il declassamento in Lega Pro, seppur con eventuale penalizzazione, è la speranza; la radiazione e conseguente ripartenza dai dilettanti l’incubo da scacciare.
La Procura federale della Figc si è già messa in moto sul caso Catania. Occorre capire in che tempi e in che modi il procuratore Stefano Palazzi procederà: l’avvio dei campionati di B e Lega Pro appare inevitabilmente destinato a slittare. Nel frattempo, la dirigenza del Calcio Catania deve riorganizzarsi in tutta fretta: mercoledì – salvo cambi di programma – dovrebbero essere definiti quegli assetti dirigenziali che servono a pagare le iscrizioni e ad adempiere i versamenti fiscali. E la rosa della squadra? Inutile parlarne. Al momento, non si può programmare: c’è da salvare il malato. C’è da salvare la storia.
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29 Giugno 2015, 15:01