Catania, infermiere trasferito si vendica: due omicidi - Live Sicilia

Catania, infermiere trasferito si vendica uccidendo due donne

Morte due donne all'ospedale Cannizzaro, il retroscena choc

CATANIA – Un duplice omicidio premeditato e commesso per futili motivi. Ha usato un farmaco per avvelenare le vittime: è la pesantissima accusa che il giudice per le indagini preliminari Stefano Montoneri contesta all’infermiere Vincenzo Villani Conti.

Dietro la decisione di uccidere due donne, iniettando dosi killer di medicinali, ci sarebbe la frustrazione per il trasferimento, non voluto, da un reparto all’altro dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Una vendetta, dunque, consumata da un uomo freddo e spietato.

L’inchiesta

Le vittime sono due donne di 65 e 81 anni. Erano ricoverate entrambe nel reparto di Medicina e chirurgia dell’ospedale, dove Villani Conti era stato chiamato in servizio. La morti risalgono rispettivamente a dicembre 2020 e gennaio 2021. L’infermiere avrebbe scaricato la sua collera senza che le donne avessero alcuna colpa. La sua è stata una scelta casuale.

L’inchiesta è partita da una segnalazione giunta alla Procura catanese guidata da Carmelo Zuccaro che ha delegato le indagini alla squadra mobile di Catania, diretta da Antonio Sfameni.

Il piano

È venuto fuori un quadro drammatico. Villani Conti ha vissuto il trasferimento come una regressione professionale. E così avrebbe messo in atto il suo piano scellerato. Che si tratti di un piano, secondo gli investigatori, emergerebbe dal fatto che l’infermiere ha rubato i farmaci prima dei delitti.

E cioè il Midazolam e il Diazepam trovati nel corpo delle due donne, i cui cadaveri sono stati riesumati per l’autopsia. Si tratta di farmaci non citati nella cartella clinica. Non potevano esserlo visto che non servivano per le patologie di cui soffrivano le pazienti.

Gli investigatori hanno controllato i turni nelle notti in cui sarebbero avvenuti i due omicidi. In servizio c’era l’infermiere ora arrestato. Il duplice omicidio gli viene contestato con una serie di aggravanti.
Non solo quelle della premeditazione e dei motivi futili, ma anche per avere agito nella veste di incaricato di pubblico servizio.

E c’è anche un’ultima aggravante che rende la storia ancora più terribile: l’infermiere avrebbe ucciso due persone che per le loro condizioni di salute non potevano difendersi. Erano malate e indifese, nel buio di una corsia di ospedale quando sarebbero state assassinate con una dose killer di medicinali.


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