Catania, ladro morto dopo l'esplosione: due imputati NOMI - Live Sicilia

Catania, ladro morto dopo l’esplosione: due a giudizio

Dovranno affrontare il processo il complice e il venditore di ordigni.

CATANIA – Una morte è sempre una tragedia. Soprattutto se la vita spezzata appartiene a un giovanissimo di 19 anni. Agatino Giustino è stato ucciso dall’onda d’urto della deflagrazione di due ordigni posizionati davanti a un distributore di sigarette. Era uno dei due ladri incappucciati che voleva, la sera del 20 febbraio 2020, depredare il tabacchi di viale Castagnola 5. Nella fuga però il ragazzo non è riuscito a ripararsi e l’esplosione è stata fatale. Il complice, invece, Davide Alfio Viola (oggi 21enne) ha trovato rifugio dietro una cabina elettrica che è riuscito a contenere la forza devastante del botto che ha danneggiato la bottega. Il giovane dopo l’esplosione è fuggito non capendo che Agostino era deceduto. Poi è tornato – come i carabinieri hanno ricostruito analizzando le telecamere di videosorveglianza – rendendosi conto di quanto fosse avvenuto.

Davide Alfio Viola

Tanto è che il giorno dopo – il 21 febbraio 2020 – accompagnato dal legale si è costituito nella Caserma di Fontanarossa. Le indagini hanno portato a una misura cautelare e alla richiesta di rinvio a giudizio che è stata accolta dal gup. Viola, accusato di furto, posizionamento di ordigno nella pubblica via, danneggiamento e morte come conseguenza di altro reato, non è l’unico imputato. A processo ci andrà anche Sebastiano Giovanni Buda, 27enne, che ha venduto ai due ladri gli “ordigni rudimentali confezionati con sali di perclorato, nitrato e solfato di potassio (composti generalmente utilizzati nel mondo della pirotecnica), grandi all’incirca – si legge nel capo di imputazione – quanto due bottiglie ed avvolti in un nastro di carta dal quale fuoriusciva la miccia, dal grande potenziale esplosivo”.

Viola, difeso dall’avvocato Enzo Merlino, e Buda, assistito dal penalista Salvo Pace, dovranno presentarsi il 2 marzo 2023 all’aula Santoro dell’ex Pretura di Catania davanti al Tribunale collegiale. 


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