Catania, l’appello delle Acli |ai candidati europei

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19 Maggio 2014, 16:37

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CATANIA – “Incoraggiamo tutti ad andare a votare perché con l’astensionismo ci giocheremmo solo un altro diritto importante. Ma per lavorare bene in Europa, sarà bene che i candidati dimostrino davvero di conoscere il territorio e i fondi strutturali. Non basta conoscere la politica”. Non è stato un incontro elettorale quello organizzato da Acli Sicilia a Catania, ma un’occasione per mettere in chiaro che il 25 maggio il Sud Italia e la Sicilia in particolare, potranno cambiare volto solo a fronte di una “partecipazione responsabile”, indipendentemente dalle preferenze partitiche di ognuno.

Per questo Santino Scirè, presidente di Acli Sicilia, ha presentato il documento “Pensare da Sud: le priorità delle Acli siciliane per le elezioni europee” contenente otto punti pensati per non solo per l’elettorato cattolico, ma anche per tutti coloro che credono sia arrivato il momento di chiedere partecipazione reale alle dinamiche democratiche ed alle idee di ripresa e sviluppo. Otto punti che dovrebbero stare “nell’agenda di tutti i candidati”. Insieme a Scirè, al tavolo degli interventi, sedevano anche il presidente di Acli Catania, Franco Luca, il presidente Acli Messina, Antonio Gallo e il presidente di Acli Enna, Cristian Machiavelli.

Ed ecco gli otto punti. Colmare il deficit democratico ed avviare la riforma dei trattati: la riapertura di una fase costituente; il primato della politica sull’economia e la finanza e la creazione di un’Europa solidale; un piano comune straordinario per l’occupazione e lo sviluppo sostenibile, politiche comuni in materia di immigrazione, politiche comuni in materia di politica estera, politiche comuni in materia di fiscalità, politiche commerciali orientate alla qualità, all’equità e al rispetto della salute e del creato, politiche di cittadinanza e un servizio civile europeo per tutti.

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Tutti elementi che tradotti con semplicità, si riferiscono alla necessità di investire su istruzione, formazione e ricerca, su una gestione più seria dei fondi strutturali (non solo quantità ma anche qualità) del problema immigrazione (“l’Europa non può lasciarci da soli”) e povertà, su un piano straordinario per l’occupazione giovanile e , su tutti, la necessità di osservare ognuno di questi passaggi nell’ottica della salvaguardia della famiglia. “Questo è l’anno europeo della conciliazione famiglia e lavoro – ha sottolineato Scirè- e, indipendentemente dalla nostra idea cristiana di famiglia, occorre un’attenzione straordinaria a questo tema”.

Scirè ha anche sottolineato che, a proposito dei fondi strutturali: “E’ necessario che i candidati si preparino a conoscere davvero non solo quanti siano i fondi strutturali che l’UE ci mette a disposizione, ma anche di quali siano e di come possano essere spesi su misura per il nostro territorio. Raramente arrivano le informazioni giuste, gli orientamenti più adatti affinché questi soldi della collettività vengano spesi al meglio, e a favore della collettività stessa”. A proposito del piano straordinario “Garanzia Giovani”, le Acli Sicilia sottolineano la necessità che “si tratti solo dell’inizio rispetto a strategie per l’occupazione giovanile, pensando all’Europa dalla Sicilia. Chiediamo di sapere pensare, appunto, da Sud”.

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19 Maggio 2014, 16:37

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