08 Giugno 2022, 11:39
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ACIREALE – Le ferite lasciate dalla collaborazione di Mario Vinciguerra hanno provocato non pochi problemi ai boss di Cosa nostra di Acireale e Aci Catena. Ma poi la cellula mafiosa del clan Santapaola-Ercolano si è riformata. E così gli eredi di Nuccio Coscia, lo storico boss Sebastiano Scuto scomparso alcuni anni fa, si sono rimessi a fare ‘affari’. Ma la polizia, oggi, ha azzerato nuovamente il gruppo criminale.
L’operazione, coordinata dal pm Marco Bisogni, è stata chiamata ‘Odissea”. Le redini della frangia sarebbero state prese da – una vecchia conoscenza – Antonino Patanè, “Nino Coca Cola”, di Aci Catena. A Rosario Panebianco, “Catta Bullata”, invece sarebbe stata affidata Acireale (affiancato da Carmelo Messina e Salvatore Indelicato). In totale sono 18 gli indagati finiti nell’elenco dell’ordinanza del gip, 16 sono quelli finiti in carcere. Le accuse a vario titolo sono mafia, estorsione, droga, usura e armi. Le contestazioni si muovono tra gennaio 2019 e 30 novembre 2021.
L’indagine – che è durata oltre un anno – è formata soprattutto da intercettazioni e attività tradizionali. Anche le rivelazioni di Mario Vinciguerra (ex reggente di Aci Catena), di Carmelo Porto (ex capo dei Cintorino di Calatabiano) e di Giovanni La Rosa (già affiliato dei clan di Adrano e Biancavilla) hanno portato importanti riscontri all’inchiesta.
Quando l’11 novembre 2018 Antonino Patanè esce dal carcere dopo aver scontato un condanna per mafia i poliziotti lo hanno immediatamente monitorato. E così hanno scoperto che Nino coca cola, una volta fuori dalla galera, ha preso le redini della cellula mafiosa riorganizzandolo grazie al supporto di vecchie guardia come Carmelo Messina (ritornato in libertà appena un mese prima del boss), Salvatore Indelicato (scarcerato il 1° marzo 2019) e Rosario Panebianco (rimesso in libertà il 27 luglio 2019). Si ritorna a un modulo unitario con Aci Catena e Acireale assieme, come quello del passato. Seguendo un po’ le orme del capomafia ormai defunto Nuccio Coscia. La piramide organizzativa quindi vedeva un capo supremo (Patanè) e un triunvirato ad Acireale (Panebianco, Messina, Indelicato).
Le estorsioni sono ancora il pane quotidiano dei clan. il 21 dicembre 2021 Salvatore Panebianco “Turi u Spiddu” avrebbe preteso da un commerciante di articoli per animali il pagamento di 2000 euro per comprare i “panettoni” di Natale “per tutti”. Questo episodio ha portato però ad un’indagine autonoma per evitare il perpetrarsi della richiesta di pizzo. Il gip ha disposto anche il sequestro di una ditta di autonoleggio (comprensiva dei mezzi e dei conti correnti) utilizzata dal gruppo come base logistica per i summit mafiosi.
I nomi degli arrestati finiti in carcere sono: Rosario Albicocco, Fabio Arcidiacono (Fabio mafia), Alfio Brancato (Alfio u piu), Giuseppe Salvatore Costarelli, Carmelo Dandolo, Filippo Massimo Felice, Giuseppe Florio (Brioscia), Salvatore Indelicato (U spiddu), Salvatore Mangiagli (Mangiaglione), Carmelo Messina (Melo u pisciaru), Rosario Panebianco (Catta bullata), Pietro Giovanni Pappalardo (Petru a ladra), Antonino Patanè (Nino coca cola), Mario Patanè (U cavaleri), Alfredo Quattrocchi (Alfio), Fabio Sardo (Fabio caropipi). Ai domiciliari va Alfio Pappalardo. Obbligo di dimora, invece, per Giuseppe Palazzolo ‘u sucatu.
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08 Giugno 2022, 11:39
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