Catania, blitz Odissea: "La mafia non se n'è mai andata" - Live Sicilia

Catania, blitz Odissea: “La mafia non se n’è mai andata”

Il questore Vito Calvino sull'operazione che questa notte ha portato in carcere 18 persone

CATANIA – E non se ne vogliono andare: la vicenda di Cosa Nostra in questa fase storica può essere riassunta con il titolo di un vecchio film. Secondo quanto emerge dalle indagini dell’operazione Odissea, che questa notte hanno portato alla decapitazione del clan Santapaola – Ercolano nella zona di Acireale e Aci Catena, la mafia agisce ancora con gli stessi schemi del passato, cercando di ricostruire il proprio consenso dal basso. A parlarne, nel corso della conferenza stampa dedicata al blitz di questa notte, è il questore di Catania Vito Calvino.

“Vorremmo un rigurgito di legalità”

L’operazione Odissea è, per Calvino, la conferma che la mafia non se n’è mai andata. Questo si può vedere sia per l’organizzazione nel suo complesso che per i suoi membri, che ricominciano a delinquere appena usciti dal carcere: “Una delle caratteristiche che emerge da questa operazione – dice Calvino – è proprio la continuità nel tentativo di porre in essere certe azioni criminali. L’azione è fatta senza soluzione di continuità, si esce di galera e si ricomincia”.

Il bilancio che si può trarre da questo genere di operazioni è positivo, ma con un segnale importante a cui fare attenzione. I crimini mafiosi come l’estorsione si denunciano poco: “Per fortuna l’oliatissima macchina repressiva funziona bene. dice Calvino – per cui se da una parte è confortante registrare che di fronte alla ripresa di questa azione criminale corrisponde un’altrettanto immediata azione investigativa condotta da Procura e Forze dell’Ordine, dall’altro ci si aspetterebbe, anche a fronte di questi continui successi, un rigurgito di legalità in più da parte dei cittadini onesti, che invece di rivolgersi in maniera automatica alle canoniche forme di protezione, fasulla ovviamente, di chi poi li vessa e li maltratta, dovrebbero fare altre scelte”.

“Scegliere con convinzione da che parte stare”

Nell’indagine Odissea c’è, come accade sempre più spesso, uno spaccato di tutti i reati commessi dalla mafia per raggiungere i propri scopi, dall’estorsione al traffico di droga all’usura. Per Calvino, “è chiaro che le organizzazioni criminali vogliono sopravvivere, e che nessuno vuole cedere, dato che noi ovviamente abbiamo idee diverse. Ma il terzo in questa vicenda è l’attore principale, il cittadino. Se lo Stato fa la sua parte, con sistematicità, noi più di questo non penso che possiamo fare. Dovremmo anche invogliare la gente a essere precisa e convinta quando sceglie da che parte stare”.

La mancanza di denunce però non è necessariamente un segnale di stop nella lotta alla mafia: “Faccio questo mestiere da decenni – dice Calvino – e posso dire che si va un po’ per fasi: il fatto di non avere registrato, in questo particolare periodo e in questa indagine, nessuna denuncia, non incide in alcun modo sul pensiero sulla positivà di queste azioni. In altre operazioni le denunce ci sono state, il fatto che in questo periodo non si denunci può essere legato a circostanze specifiche, e non a una generalizzazione di pensiero. Però approfittiamo di queste occasioni per fare quello che è nostro dovere fare e sottolineare: convincere più che mai il cittadino che la strada è solcata e non ci possono essere più dubbi. Speriamo che possa servire come incentivo a far sì che nella prossima operazione potremo contare, oltre che sui canonici servizi di investigazione, anche su una nutrita azione di denuncia. Mandiamo un messaggio di fiducia, per il quale ci aspettiamo un riscontro positivo da parte della cittadinanza”.


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