24 Luglio 2022, 06:04
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CATANIA – Non è mai facile scegliere il successore nella mafia. Nel 2017 la ‘carta’ del clan Santapaola-Ercolano è nelle mani di Antonio Tomaselli, penna bianca. Ma i boss sentono odore di arresti e così cercano di correre ai ripari. “Prima del mio arresto, nel 2017, si sapeva che di lì a poco ci sarebbe stato un blitz – racconta il pentito Salvatore Scavone, ex reggente dei Nizza – motivo per il quale partecipammo tutti ad un summit dove si sarebbe discusso del successore di Tomaselli in caso di un suo arresto. Queste discussioni e l’ipotesi dei blitz nascevano dal fatto che in quel periodo c’erano stati molti pentiti ed erano state trovate delle microspie. Queste riunioni si tenevano al villaggio Sant’Agata, in una casa di un nipote di Scalogna, riunione convocata da quest’ultimo e voluta da Tomaselli”. Scavone poi non sa cosa è successo. Ma da quello che emerge dalle carte dell’inchiesta Agorà è che non sarebbero riusciti ad organizzarsi in tempo: in quel periodo infatti è arrivata l’operazione che ha messo letteralmente nel ‘chaos’ Cosa nostra catanese.
Ad assumere un ruolo di ‘coordinamento’ (e non di vertice) c’è Salvatore Rinaldi “Turi Millimachini” (coadiuvato da Carmelo Renna e Michele Schillaci). Ci sarebbe stato chi, tra le vecchie guardie, avrebbe però rivendicato ‘lo scettro del potere’. L’ex malpassotu Salvuccio Rannesi, boss di vertice del gruppo di Lineri di Cosa nostra (nonché fratello di Carmelo e Gino), avrebbe preteso un suo ruolo all’apice della piramide: “A cupola sa pigghiau Rannesi”, dice Rinaldi ai ‘suoi’.
Nel 2019 si susseguono una serie di summit riservati tra Rinaldi e gli affiliati di Lineri per “chiarire quel discorso”. Turi Millimachini subisce gravi attacchi sulla legittimazione a “operare”. Una prima riunione però pare terminare con un nulla di fatto, anche se Rannesi avrebbe ammesso che “Turi” era “da più tempo” fuori. Rinaldi intercettato nell’officina di zia Lisa dal Ros racconta: “la mia mano gli ho mostrato” (per gli investigatori il riferimento sarebbe ai cinque quartieri che farebbero capo al boss). Un altro incontro è organizzato con Melo Renna, originario di Lineri. Le telecamere inquadrano Salvuccio Rannesi. Ma anche stavolta la risoluzione non sarebbe arrivata. Parallelamente inoltre Rinaldi avrebbe messo in moto un canale all’interno del carcere per capire se le rivendicazioni di Rannesi avessero una benedizione da qualche detenuto di rilievo. Passano i mesi e Lineri continua ad avere un’autonomia che viene notata anche dai clan rivali. Il boss dei Cappello Giovanni Pantellaro, nel 2020, va a lamentarsi da Rinaldi: “ci deve essere uno però, non è che uno può parlare con cento”.
I Santapaola con gli arresti del blitz Agorà devono nuovamente riempire il vuoto di potere. Stavolta l’obiettivo é trovare un nuovo padrino. Anche se c’è un nome che in molti sussurrano.
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24 Luglio 2022, 06:04