Catania, la rivelazione al carabiniere: "Vi porto da Elena" - Live Sicilia

La verità al carabiniere: “Vi porto da Elena”

Il crollo di Martina Patti e l'atroce ritrovamento del corpicino.
IL DELITTO DI MASCALUCIA
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MASCALUCIA – Un respiro. Un sussulto. Un brusio. Il suono della verità. Martina Patti si è avvicinata all’orecchio di un carabiniere e ha sussurrato: “Vi porto da Elena”. È accaduto ieri mattina mentre i carabinieri facevano il sopralluogo a casa di Mascalucia. Poco prima, la giovane mamma si era appartata con il suo papà. E, forse, è stato in quel momento che ha deciso di smettere con le bugie e ha affidato la sua confessione ad uno degli investigatori. Da quel momento è scattata la ricerca del corpicino della piccola uccisa a coltellate dalla madre lunedì pomeriggio, tra le 13.30 e le 15,30.

Il carabiniere con un collega sono saliti nella Fiat 500 di Martina assieme a lei e il padre. Hanno percorso quattrocento metri. Appena arrivati all’incrocio di via Filippo Turati hanno parcheggiato l’auto. Ai bordi della strada c’è un cartellone con il manifesto dei turni della differenziata. Da lì i carabinieri sono entrati nel campo incolto, seguendo i sentieri della sciara tra arbusti e massi neri. Si sono divisi in gruppi.

Alla fine, lo stesso carabiniere che aveva nel cuore il peso della confessione di Martina, ha trovato nascosta tra le sterpaglie una zappa. Si è accorto della fossa. A quel punto il militare ha avvertito i colleghi. Davanti agli occhi degli investigatori l’orrore. Il cadavere di Elena rinchiuso come una matriosca in cinque sacchi neri. 


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