Cronaca

Molo Levante: sì a contratto, ma occhi puntati ancora al Tar

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31 Gennaio 2023, 16:49

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CATANIA – Il primo tempo si è concluso, ma la partita non è ancora finita. L’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale ha firmato ieri il contratto con l’ATI costituita da Consorzio Stabile Grandi Lavori, Cosedil ed ECC, per i lavori di rifacimento del Molo di Levante al porto di Catania. Ma non è ancora detto che su questo bando il futuro non riservi sorprese. Perché il Tar del capoluogo etneo ha respinto ieri l’istanza cautelare della seconda classificata alla gara, il raggruppamento Fincantieri – Comap – Nuova Coedmar, ma si deve ancora esprimere sul merito della questione.

Per dirla più semplicemente: secondo i giudici amministrativi, anche in virtù del fatto che per la realizzazione dell’opera si useranno fondi Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), non c’erano i presupposti per sospendere l’aggiudicazione della gara. Ma sui motivi specifici per i quali, secondo quanto sostenuto dalla ricorrente, la gara sarebbe da annullare, il Tar si esprimerà dopo un’udienza fissata per l’8 marzo 2023. Tra poco più di un mese e una settimana.

L’appalto da 61 milioni

La riapertura al pubblico del Molo di Levante, la passeggiata sul mare più amata dai catanesi, passa attraverso la gara d’appalto che aveva per importo a base d’asta 61 milioni di euro. Un’opera faraonica, per dare un volto nuovo ai circa due chilometri della diga foranea, pensata per essere fruibile, nel futuro, a piedi o in bici. Da cronoprogramma allegato alla gara d’appalto, i lavori dovrebbero durare 900 giorni, più i 120 previsti per la progettazione esecutiva. Il 28 novembre 2022, con un decreto del presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale, la gara è stata aggiudicata all’associazione temporanea di imprese Consorzio stabile Grandi lavori, Cosedil ed European Construction Company. Tre aziende che dovrebbero completare i lavori entro la fine del 2026, come previsto dalle regole sull’uso dei fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

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Il ricorso al Tar

Come raccontato da LiveSicilia, però, Fincantieri e le altre, classificatesi seconde, avevano fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Catania. Il ricorso pendente al Tar, di fatto, aveva impedito all’Autorità portuale di firmare il contratto, nonostante l’avvenuta aggiudicazione. Con l’ordinanza pubblicata ieri, a seguito di una seduta di camera di consiglio del 25 gennaio 2023, di fatto lo stallo è stato sbloccato. E il contratto firmato, come annunciato questa mattina.

Per il Tar, l’istanza cautelare di sospensione della gara presentata dal raggruppamento capeggiato da Fincantieri non può essere accolta per tre motivi: il primo è che la stazione appaltante, cioè l’Autorità portuale, ha avviato le “verifiche di legge” circa la “sussistenza dei presupposti necessari per la stipula del contratto”; il secondo attiene al fatto che i presupposti per la concessione di misure cautelari, nel caso di opere finanziate con fondi Pnrr, sono piuttosto “stringenti”; il terzo motivo, infine, riguarda la “necessità di una celere esecuzione dell’appalto nel rispetto delle tempistiche fissate dalla legge e dalla normativa di gara”.

Il merito del ricorso di Fincantieri e le altre, però, sarà discusso più avanti. E cioè durante un’udienza pubblica, il prossimo 8 marzo 2023. Se l’istanza di sospensione cautelare dell’appalto è stata rigettata, non è detto che altrettanto accada per il ricorso principale nella sua interezza. Che chiede l’annullamento dell’aggiudicazione, dell’ammissione alla gara del consorzio che poi se l’è aggiudicata e di ogni altro atto collegato. Fincantieri e le altre chiedono poi la “condanna dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale a risarcire il danno”, aggiudicando loro la commessa. O, se questo non fosse più possibile, “il ristoro dei danni per equivalente monetario“. Su tutto questo la partita resta aperta. Il secondo tempo comincia tra 36 giorni.

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31 Gennaio 2023, 16:49

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