25 Novembre 2021, 18:46
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“La maglia Azzurra l’avevo già indossata in occasione di uno stage quando ero nella Primavera del Genoa. Sicuramente l’emozione è tantissima perché quella maglietta va conquistata, va sudata e avercela addosso e segnare dà una grande carica. Dietro ci sono tanti sacrifici fatti fin qui e quelli che dovrò continuare a fare e sicuramente quello è stato il mio primo pensiero: il secondo va alla mia famiglia e a tutte le persone che mi sono state vicino e mi hanno sempre aiutato. Trasferimento al Catania? È successo tutto molto velocemente perché all’inizio dell’anno scorso la SPAL non mi ha riscattato, poi sono tornato, ho fatto il ritiro col Padova e fino all’ultimo non ho saputo benissimo il mio destino. È stata fatta questa scelta del prestito al Catania perché c’era una rosa molto ampia al Padova e magari non avrei trovato lo stesso spazio che ho trovato qui: una decisione presa da entrambe le parti. Anch’io in primis ho detto ‘voglio andare al Catania’ e devo dire che è stata la scelta più azzeccata del mondo. E di questo son felice”. Luca Moro, giovane attaccante del Catania, ha rilasciato queste dichiarazioni ai microfoni di “Goal.com”.
In merito alla città etnea, dove prosegue a gonfie vele il suo percorso di crescita calcistico, l’attaccante rossazzurro ha dichiarato: “È una città totalmente diversa da Padova: c’è più caos, più affetto a primo impatto da parte della gente e questo mi ha aiutato a trovarmi a mio agio sin dal primo giorno. Poi è stato merito anche dei compagni che mi hanno fatto sentire subito parte della squadra, anche se sono arrivato solo l’ultimo giorno. Mi ha colpito il dialetto: e poi il primo giorno, non ricordo per quale occasione, era arrivato da mangiare al campo e vedere tanti arancini e piatti tipici di Catania mi ha fatto un certo effetto”.
Sulla vita da calciatore professionista, il classe 2001 ammette: “Dall’anno scorso ho iniziato a curare l’alimentazione perché fino a 2 anni fa non guardavo cosa mangiavo e quanto bene facesse: adesso sto molto più attento, ma bisogna migliorare. Se la squadra si allena la mattina, poi, allenamento e pranzo insieme ai miei compagni che abitano qui a Torre del Grifo. Poi è successo molte volte che nel pomeriggio, visto che è vicina al campo sportivo, sono andato in palestra: altri pomeriggi li passiamo a guardar Catania. Quando ero piccolo c’era il Padova con una grande squadra, in cui giocava anche Stephan El Shaarawy, e andavo a vederla. Come punte centrali, però, mi sono sempre ispirato a Robert Lewandowski e Cristiano Ronaldo per la sua mentalità e il suo impegno. Numero 24? Mi hanno detto che chi indossava la maglia numero 24 al Catania (Spinesi, ndr.) era una persona molto importante, che significava “goal”, da queste parti. In realtà non ho preso questo numero per un determinato motivo: mi è arrivato, magari è stato un segno”.
Infine, le ultime dichiarazioni di Luca Moro sono con uno sguardo al futuro: “Il mio sogno è giocare i Mondiali con l’Italia. Il futuro è ancora tutto da vedere perché c’è ancora tanto da fare: sicuramente la volontà c’è. Se c’è un attaccante italiano a cui mi ispiro? Non so. Mi hanno paragonato a Luca Toni, ma ogni giocatore ha una sua storia. Derby tra poche settimane? Eh, sì. Sono riuscito a cogliere l’importanza di questa gara grazie ai tifosi. Tra l’altro è il 12 dicembre: 12/12, 12+12? 24, quindi…”.
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25 Novembre 2021, 18:46