26 Ottobre 2013, 13:57
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CATANIA – Promuovere la cultura della legalità. Un imperativo che non ammette repliche. Era questo il tema dell’incontro che si è tenuto stamane tra Nello Musumeci, presidente della Commissione antimafia all’Ars, e Flavio Tosi, sindaco di Verona ed esponente di punta della Lega Nord di Roberto Maroni. La location era tra le più istituzionali: la sede di rappresentanza dell’Ars a Catania. Un luogo “ponte”, dunque, per confrontarsi su di un problema, quello della “territorializzazione” delle realtà criminali, sempre più all’ordine del giorno sia al nord che al sud del Paese. “C’è una questione morale e legale che – esordisce Musumeci- non conosce più confini. È notizia recente dello scioglimento di un consiglio comunale in Lombardia per condizionamento mafioso. I tentacoli della piovra siano consolidati anche a nord. Su questo con Flavio Tosi abbiamo avuto un franco e proficuo scambio d’idee. Con lui, che è amministratore in una regione fortemente identitaria come il Veneto, abbiamo concordato sull’opportunità di rivedere alcune norme, soprattutto quelle delle nomine delle figure straordinarie all’interno dei comuni sciolti per mafia, ormai insufficienti e superate. Abbiamo deciso di puntare assieme – spiega ancora l’ex presidente della Provincia- alla promozione della cultura della legalità a partire dalle scuole elementari del Veneto, facendo sì che i testimoni di giustizia, non – sottolinea Musumeci- i collaboratori, possano trasferire loro le proprie storie di coraggio”.
Dietro il tuor siciliano di Flavio Tosi non c’è però la sola promozione della legalità. Nessuno lo nasconde, né tantomeno Musumeci: la visita del primo cittadino della città scaligera ha una funzione squisitamente politica, relativa ai futuri assetti del centrodestra nazionale. “Tosi – approfondisce Musumeci- è un leghista dotato di una visione nazionale della politica. Un esponente del carroccio convinto che il sistema Italia possa funzionare solo se si accorcia il divario esistente tra il nord e il sud del Paese. Ed è un leghista inoltre – ironizza l’ex presidente della Provincia etnea – che apprezza la buona cucina siciliana”. Quella della tavola, e quindi della convivialità, è solo una metafora utile a far emergere l’azione a cui Musumeci si sta adoperando ultimamente. Quella cioè di farsi pontiere fra le diverse anime del centrodestra italiano e di ricomporre la diaspora degli ex an. “Lui è uno dei protagonisti della prossima corsa alla leadership del centrodestra. Abbiamo bisogno di una competizione carica di nuove energie. Pur nella diversità delle culture e delle posizioni politiche, c’è una alleanza nel centrodestra fatta di valori, anche identitari, che va salvaguardata”.
La ricetta di Tosi per la ripartenza del centrodestra passa sicuramente dal “buon governo” del territorio. Da qui si spiega il feeling con Musumeci: “Chi ha dimostrato nei fatti di saper spendere bene le risorse pubbliche, può lavorare assieme. La gente oggi ci chiede – spiega a LiveSicilia- di poter essere governata con competenza”. Un’opzione localista che sembra smentire l’azione dei governi dell’ultimo ventennio berlusconiano: “Poco è stato fatto di quello che ci si aspettava. Poi ci sono stati gli scandali e tutto il resto. Bisogna rispondere a questa delusione partendo dal lavoro dei sindaci, gli unici che ancora oggi riscuotono il rispetto dei cittadini”. Ed è infatti l’azione degli amministratori locali quella che, negli ultimi anni, ha dovuto rispondere, più di altri settori delle Stato, ai dettami europei. Lo stesso Tosi, però, non crede che gli slogan antieuropeisti possano essere un cavallo di battaglia del futuro centrodestra: “Non siamo per uscire dall’Euro, ma per ridiscutere determinati assetti. L’Italia è stata fregata, siamo entrati con un cambio che ha favorito la Germania. Molte delle scelte successive sono state fatte da Francia e Germania ai danni dell’Italia e della Spagna. Dobbiamo far valere la nostra dignità”. Tornando alla Sicilia, Tosi resta comunque critico con l’azione di governo della giunta regionale di centrosinistra: “Il voto per Crocetta è stato sicuramente di svolta. Dal punto di vista della capacità amministrativa, però, quella stessa svolta non è ancora arrivata”.
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26 Ottobre 2013, 13:57