10 Agosto 2022, 14:37
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CATANIA – Ha un po’ tradito il dna di ‘famiglia’. Il padre Enzo, morto per cause naturali, e lo zio Salvatore erano due che ‘contavano’ del gruppo Santapaola del Villaggio Sant’Agata. Ma Sebastiano Miano, nella mala ‘piripicchio’, ha deciso di essere un ‘cane sciolto’ anche se vicino ai Cappello.
Il 28enne, già coinvolto e condannato in primo grado per il blitz La Cosa per droga, è stato arrestato ieri nell’ambito dell’inchiesta sulla sparatoria all’Ecs Dogana. La rissa sarebbe stata scatenata da una sorta di ‘frizione’ con i ragazzi de ‘Le Salette’ collegati ai Mazzei che hanno impedito l’esibizione del cantante Niko Pandetta durante lo show case del trapper Tony Effe qualche sera prima.
A proposito di neomelodico, Sebastiano Miano è protagonista in due brani di Francesco Zerbo realizzati nel 2018. Il giovane malacarne lo si vede comparire nel videoclip Nunn era maje succedere dedicata a Enzo Valenti ucciso in piazza Palestro. Ma poi Zerbo interpreta una canzone proprio dedicata alla vita di Miano: Me chiammano accussì.
Nelle quasi 50 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Pietro Currò il giovane indagato che avrebbe ‘capitanato” la banda che avrebbe ‘vendicato’ il torto subito da Niko Pandetta è accusato anche di maltrattamenti in famiglia. Più volte, lo scorso mese, avrebbe puntato la pistola nei confronti della compagna incurante della presenza della figlioletta. “Mi ha massacrata”, è una frase intercettata più volte dalle cimici della Squadra Mobile. I poliziotti sentono gli sfoghi della donna che deve subire anche i “te li sei meritati” dei familiari di Miano. Una condizione di violenza domestica che la spaventa a tal punto da non riuscire a trovare il coraggio di denunciare. Ma le microspie hanno incastrato ‘piripicchio’.
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10 Agosto 2022, 14:37