Ossessionato dall'amore segreto per la cognata: rinviato a giudizio

Se l’amore per la cognata è ossessivo: rinviato a giudizio

Possessivo, morbosamente geloso e infine preda di un’ira violenta, quando lei lo ha lasciato. Giunse a incendiare la macchina della donna.
DOPO LE DENUNCE DELLA DONNA
di
2 min di lettura

Catania. Quel rapporto segreto con sua cognata, per lui, si era trasformato in ossessione. La percezione che lei dovesse essere sua e basta, una gelosia insensata nei confronti di ogni amico della donna. Un comportamento maniacale che lo avrebbe portato a ricorrere a minacce continue, insulti e persino aggressioni fisiche. È stato rinviato a giudizio un trentanovenne catanese che dopo le denunce della donna dovrà rispondere del reato di atti persecutori, andati avanti quasi due anni, fino all’anno scorso.
In aula la donna non si è costituita parte civile.

Il processo a carico del presunto stalker si aprirà il prossimo autunno dinanzi al Tribunale di Catania. Secondo le accuse, lui era ossessivamente geloso di qualunque amicizia intrattenesse la cognata, anche sui social network. Il culmine di questa psicosi risale all’estate del 2020, quando lui l’avrebbe aggredita a schiaffi, calci e pugni insultandola e dicendole che l’avrebbe uccisa. Nello stesso periodo, avrebbe cercato di costringerla ad avere un rapporto sessuale, picchiandola e facendole perdere i sensi.

La situazione, poi, secondo quanto scritto nella richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Carmine Luca Volino, non sarebbe migliorata affatto quando lei si decise a lasciarlo. Il tenore delle minacce sarebbe solo cambiato, perché lui non avrebbe accettato la decisione della donna. Avrebbe iniziato a dire che avrebbe fatto del male sia a lei che al marito, che avrebbe “tagliato la testa” a tutti. Che le avrebbe bruciato la macchina, cosa che poi effettivamente fece, l’anno scorso: fatto per il quale è sotto inchiesta in un altro procedimento.

Adesso il trentanovenne dovrà rispondere delle ipotesi di reato, aggravate dall’aver avuto un rapporto sentimentale con la vittima e dall’utilizzo di strumenti informatici: in alcune occasioni, le avrebbe anche intimato di bloccare delle persone con cui era in contatto.
All’udienza preliminare, il suo difensore aveva chiesto il non luogo a procedere. Se ne parlerà in aula.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI