05 Maggio 2023, 05:45
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PALERMO – Certamente gli chiederanno anche della “lista della spesa”. Così la definiva uno dei personaggi chiave dell’inchiesta, riferendosi alle persone da piazzare nei progetti della sanità siciliana. È il giorno degli interrogatori dell’ex assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, e di Filippo Di Piazza, segretario alla presidenza dell’Ordine dei medici di Palermo. Sono stati convocati al Palazzo di giustizia di Catania nell’ambito dell’inchiesta che avrebbe alzato il velo sul sistema di clientele e sui concorsi pilotati nella sanità.
Entrambi fanno parte dell’elenco degli 8 indagati per i quali la Procura ha chiesto la misura della sospensione dall’esercizio dai pubblici uffici. Prima di decidere, il Gip Simona Ragazzi vuole interrogarli. Gli altri sono Antonio Scavone, ex assessore regionale alla Famiglia, Ignazio La Mantia, presidente dell’Ordine dei medici di Catania, Giuseppe Di Rosa, componente dell’organismo di vigilanza dell’ordine dei medici, Alberto Bianchi, Calogero Grillo, e Rosaria Maria Leonardi. Sono indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L’inchiesta che ha scosso la sanità catanese in realtà ha il suo fulcro a Palermo. C’era chi voleva replicare nella città etnea il modello già sperimentato nel capoluogo siciliano. Eloquenti le parole intercettate di Ezio Campagna, odontoiatra e vicepresidente dell’Ordine catanese, finito ai domiciliari. Ad una donna spiegava: “… ma loro (riferito a Palermo ndr) hanno un giro enorme… perché loro si distribuiscono tutti i coordinamenti e tutte le cose”.
“Cioè loro come funziona: progetto X, no? loro si si prendono due – tre figure di ogni progetto; quando loro girano su tutti i progetti -aggiungeva – allora ti faccio un esempio: io ne ho due a Catania ma loro ne hanno due di Catania, nei due di Catania io considero loro. I due, i cinque di Messina considerano loro, capito? Quelli che loro le presentano, loro ne presentano venti loro hanno, come si chiama, quindi loro hanno una struttura che va dall’avvocato al coordinamento… ai vari Giorgia… cioè Antonella non è che è dipendente, ma c’ha due, tre coordinamenti al mese, ogni coordinamento sono 5.000 euro, sono 15.000… 25.000 euro al mese che lei si becca soltanto, voglio dire, di fatto senza fare niente dal punto di vista operativo ma coordinando il lavoro degli altri”.
In un’altra intercettazione sempre Campagna spiegava che si dovevano inserire nominativi graditi, oltre che a Scavone, anche a Nicola D’Agostino e a Ruggero Razza. Come se fosse “la lista della spesa… è bella… ti faccio vedere la lista della spesa di Palermo”. Parole che, secondo il gip, evidenziano il “criterio apertamente e sfacciatamente clientelare” con cui venivano gestiti i progetti e i posti finanziati dal servizio sanitario nazionale.
L’episodio contestato a Razza riguarda un incarico da 10 mila euro come “esperto in elaborazione studi e report”. Il progetto, bandito dall’Ordine dei medici di Palermo, era denominato “Osas Catania – Sentinelle della prevenzione”. L’ex assessore avrebbe istigato Francesco Lo Re, suo segretario segretario particolare, e Daniele Sorelli, capo segreteria tecnica, a fare da intermediari con Campagna e l’ex funzionario amministrativo dell’Università di Catania, Gesualdo Antonio Minissale. Obiettivo: fare risultare Filippo Fiorenza, (nipote dell’ex deputato regionale Dino, estraneo all’indagine) vincitore “perché raccomandato da Razza, concordando l’elaborazione del profilo professionale previsto dal progetto, dei relativi requisiti e l’attribuzione dei punteggi di valutazione”. Oggi l’ex assessore è chiamato a chiarire l’episodio.
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05 Maggio 2023, 05:45