Catania

Catania, sangue, una donna in toga: il giallo di Maria Elisa Aloisi

di

31 Luglio 2022, 18:47

4 min di lettura

Il libro
Maria Elena Aloisi durante una presentazione a Carlentini

Finalmente una donna a dirimere i fili di un giallo da un finale davvero inaspettato. La protagonista de Il canto della falena (edito da Mondadori) scritto da Maria Elisa Aloisi, lentinese ma catanese d’adozione, è Emilia (anzi Ilia) Moncada, un’avvocato con il fiuto di Perry Mason (che poi è il muso ispiratore) e tante contraddizioni tipiche dell’universo femminile. Già vincitore del Premio Tedeschi 2021, il thriller è ambientato in una meravigliosa Catania, caotica e zen, sospesa tra mare e vulcano. Un commercialista è assassinato: ogni minimo dettaglio, anche le tracce di Dna, portano ad accusare la moglie della vittima. Il pm sente già la condanna in tasca, ma poco prima dell’apertura del processo arriva l’avvocato Moncada a rovinargli ‘il trionfo’. Ilia, schivando i microfoni dei giornalisti, arriva a toccare i profondi segreti di una famiglia. Segreti che avrebbero dovuto stare chiusi nell’armadio. La scrittrice – avvocato nella vita – porta il lettore nel teatro del processo tra interrogatori e tatticismi. Udienza dopo udienza, quando tutto sembra perduto arriva l’intuizione che cambierà il corso della trama. Anche se la verità non per forza deve essere conosciuta dai giudici. Ilia, nuda delle toga, è fragile e confusa: la sua confidente è una zia. Il suo rifugio diventa un cane ferito. Aloisi ha uno stile diretto e trascinante, le parole seguono il ritmo di vita e sentimenti. Nell’avvocato Moncada si potranno rivedere tutte le donne: fragili, forti, ambiziosi, romantiche, insicure, amazzoni. E c’è già fame del prossimo caso giudiziario. 

Da dove parte la sua voglia di scrivere, avvocato?

L’amore per le storie mi accompagna fin da bambina, però ho iniziato da adulta a metterle su carta. Nel luglio del 2017 per la precisione. La mattina mi sveglio prestissimo a vado a fare una passeggiata nel bosco con i miei cani. Ho preso l’abitudine di portarmi dietro un taccuino per prendere nota di qualche spunto.

Ha deciso di inserirsi in un genere preciso. Gialli. Come mai? Il suo lavoro ha avuto un’influenza?

È inevitabile, anche se la passione per il giallo ha radici più lontane. Mia madre, che è un’insegnate di latino e greco e con la quale condivido la passione per la scrittura, mi ha insegnato l’analisi logica con un metodo bizzarro. Mi diceva: «Facciamo finta che è un’indagine di omicidio, d’accordo?» ed io: «Sì, mamma». E allora proseguiva: «Dobbiamo trovare il soggetto, fai finta che è l’assassino, ok? Forza, acciuffiamo l’assassino di questa frase, qual è il soggetto?».  La colpa però (o il merito) è anche di Perry Mason, delle letture dell’adolescenza che in qualche modo hanno influenzato anche il mio percorso di studi in giurisprudenza. Poi è arrivata la decisione di scrivere un giallo giudiziario. Il processo penale, oltre ad essere un gioco delle parti, è anche un inesauribile mix di farsa e tragedia. In aula, perfino durante il processo più complesso, quando la tensione è altissima, alcuni testimoni sono capaci di dire le cose più assurde.

C’era bisogno di ‘eroine’ donne nella letteratura moderna (giallo-thriller). Anche se l’avvocato Moncada ha tante ferite da rimarginare. Ma in realtà c’è anche l’antieroina nel suo romanzo.

Forse più che altro ne mancava una che indossasse la toga di avvocato, una giovane donna che si muovesse all’interno delle aule di giustizia. Ilia Moncada ama la sua professione e ha intuito e tenacia ma, come è giusto che sia, ha anche delle fragilità. A volte la sua autostima vacilla e malgrado la sua professione non ama parlare in pubblico ad esempio. È una persona normale in fin dei conti e rappresenta un eroe dai mille volti per citare Campbell. Ilia, nel suo viaggio, incontra gli alleati, i mentori, i mutaforma, le ombre. Non sono soltanto incarnazioni archetipe, è la vita di ognuno di noi.

Il teatro della scena è Catania? Una dedica speciale?

Catania è la città che mi ha adottato, la città dove ho trovato amore e lavoro. Ogni mattina quando mi sveglio, con lo sguardo cerco l’Etna e poi il mare. A volte Catania ci fa arrabbiare, è intrattabile, disordinata ma poi si fa perdonare. Nel corso dei secoli l’ha sempre dimostrato: sa sempre risorgere dalle sue ceneri. Trovo che questo sia un grande insegnamento.

Ci sarà un sequel?

Sì, anche se non aggiungo altro per scaramanzia.

Pubblicato il

31 Luglio 2022, 18:47

Condividi sui social