Catania, sanità, l'accusa: "Trame occulte e spartizione di poltrone"

Sanità, l’accusa: “Trame occulte e spartizione delle poltrone”

L'imputazione coatta nei confronti dell'ex governatore Rosario Crocetta

PALERMO – “Le trame occulte ordite intorno alle nomine della sanità siciliana”. Ha scelto queste parole il giudice per le indagini preliminari Graziella Luparello per descrivere, lo scorso luglio, quando ha stabilito ll’imputazione coatta nei confronti dell’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta.

La presunta “spartizione delle poltrone” è costata a Crocetta l’accusa di induzione indebita a dare o a promettere utilità. Il processo, così come ricostruito da Livesicilia, alcuni giorni fa è stato trasferito da Caltanissetta a Catania per competenza territoriale.

La vicenda si concentra su un intreccio di nomi e nomine decise dall’esecutivo regionale di due legislature fa. In particolare a Catania, Caltanissetta ed Enna. La Procura nissena aveva chiesto l’archiviazione, non ravvisando ipotesi di reato. Il criterio delle nomine alle direzioni generali delle Asp, secondo i pubblici ministeri, era rimasto nel perimetro della discrezionalità politica. Di avviso opposto il giudice che ha valutato diversamente le intercettazioni telefoniche registrate nei giorni dell’assegnazione degli incarichi quando il politico di Gela guidava la Regione.

L’ex governatore scelse per la direzione generale delle Asp di Catania, Caltanissetta ed Enna rispettivamente Ida Grossi, Carmelo Iacono e Giovanna Fidelio. A cascata nelle direzioni sanitarie arrivarono Franco Luca, Paola Marcella Emilia Santino ed Emanuele Cassarà.

Le parole sono durissime. Secondo il giudice Luparello, le nomine “si inseriscono in un sottobosco nel quale si agitano figure ambigue che, organizzate in una sorta di lobby, gestiscono un sistema di potere ombra che, al fine di ingerirsi delle nomine dei vertici della sanità pubblica, infiltrano il potere politico costituito, già a sua volta autonomamente incline ad utilizzare nomine per finalità di tornaconto politico elettorale e di spartizione dei posti di potere”.

Un ruolo chiave avrebbe avuto il professor Vittorio Virgilio, allora direttore della divisione di Chirurgia vascolare del Garibaldi Nesima, definito “autentica eminenza grigia della sanità siciliana”. Non è l’unica, ci sono altri personaggi “che, seppur privi di incarichi pubblici legittimanti, dialogavano, sovente del corso di incontri riservati, con i vertici della Regione per ottenere la perpetuazione del potere già da loro esercitato sulla sanità pubblica ed evitare che le nuove nomine ricadessero su soggetti estranei al perimetro operativo della squadra”.

Si parla anche dell’avvocato Maurizio Maurelli, “destinatario di plurimi incarichi legali da parte delle Asp e dunque interessato al mantenimento dello status quo ante relativo ai posti di vertice delle predette aziende”.

“Scusa un minuto ma la Grossi deve capire che questa è la provincia del presidente l’ha capito o no – diceva Maurelli – perché allora l’autorevolezza in sanità oramai ce l’ha Vittorio parlo in sanità generale eh”. Il giudice Luparello, lo scorso luglio, ha ordinato ai pm di Caltanissetta di formulare il capo di imputazione nei confronti di Crocetta. Il processo sarà celebrato a Catania. Contestualmente il Gip ha ordinato una serie di iscrizioni nel registro degli indagati di altri nomi, mentre la posizioni di alcuni medici è ormai prescritta.


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