Catania

Sequestro da 2 milioni e mezzo a famiglia del clan Cappello VIDEO

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30 Novembre 2022, 12:29

4 min di lettura

CATANIA. Sono Giuseppe Salvatore Lombardo (55 anni) ed il figlio Salvuccio Junior Lombardo (28), i destinatari del provvedimento eseguito all’alba di oggi dalla Squadra Mobile di Catania su disposizione del Tribunale etneo e coordinamento della DDA.
Nello specifico, sono state sequestrate attività imprenditoriali e beni immobili per un valore di circa 2 milioni e mezzo di euro.
Secondo le accuse mosse nei loro confronti, i due sarebbero esponenti di rilievo nell’organigramma piramidale del clan Cappello.

La ricostruzione degli inquirenti

Il provvedimento di sequestro ai fini della confisca ha riguardato: 5 immobili ubicati a Catania, tra cui una lussuosa villa in località Ippocampo di Mare; un maneggio abusivo; 7 rapporti finanziari intestati ai proposti, ai loro conviventi e terzi interessati e 2 imprese individuali commerciali, di cui una nel settore della torrefazione e nel commercio del caffè ed una attiva nel settore del commercio dei fiori, esercitata con stazionamento permanente nell’area antistante il cimitero monumentale di Catania, quest’ultima storicamente gestita dalla famiglia Lombardo, da cui ne scaturisce il soprannome “U ciuraru” ampiamente riconosciuto nell’ambiente criminale. 
La “pericolosità sociale” dei proposti è stata ricavata dai loro innumerevoli precedenti di polizia e dalle condanne definitive anche per associazione mafiosa.

In particolare Giuseppe Salvatore Lombardo, inteso “U ciuraru”, già sorvegliato speciale, vanta condanne definitive per associazione mafiosa, ed è elemento ai vertici del clan “Cappello”, capeggiato dallo storico boss mafioso ergastolano Salvatore Cappello, al quale risulta legato da stretti rapporti di parentela, essendone il cugino.

Giuseppe Salvatore Lombardo risulta essere detenuto dal gennaio 2017 quando, nell’ambito dell’operazione c.d. “Penelope”, venne arrestato dalla Squadra Mobile di Catania in esecuzione di misura custodiale eseguita a carico di 31 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Cappello – Bonaccorsi), con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni.

Lo stato di detenzione del predetto ha consentito negli ultimi anni al figlio Salvuccio Junior di accrescere ulteriormente il suo prestigio in seno all’organizzazione mafiosa Cappello, rappresentando un autorevole punto di riferimento, soprattutto per gli associati liberi appartenenti al gruppo criminale di Salvatore Massimiliano Salvo, inteso “U Carruzzeri”, gruppo, quest’ultimo, al quale è storicamente legato Giuseppe Salvatore Lombardo. Infatti, nel febbraio 2021, Salvuccio Junior Lombardo veniva raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere denominata “Operazione Minecraft”, emessa dal G.I.P del Tribunale di Catania a carico di 16 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art.416 bis 1 c.p., per avere favorito l’associazione mafiosa denominata Cappello-Bonaccorsi.

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In merito alla predetta “Operazione Minecraft”, inoltre, Salvuccio Junior, nel mese di settembre di quest’anno,veniva condannato alla pena della reclusione di anni 20; condanna che segue di qualche mese quella che nel mese di giugno lo aveva già raggiunto in relazione all’Operazione Centauri, per il quale era già stato condannato alla pena della reclusione ad anni 15, mesi 9 e giorni 10. Tale ultimo procedimento c.d. “Centauri” era scaturito da un contrasto sorto tra esponenti delle consorterie mafiose catanesi dei Cursoti e dei Cappello, culminato nell’agosto 2020 con l’omicidio a Librino di due Cappelloti e con il ferimento di diversi altri associati.  

Le indagini e gli accertamenti patrimoniali condotti dagli investigatori “patrimonialisti” della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile, coordinate nel loro articolato sviluppo dalla Procura della Repubblica, oltre ad avere delineato un solido quadro probatorio ed evidenziato l’attuale e qualificata pericolosità sociale dei due proposti, hanno consentito di verificare le loro posizioni economiche,  permettendo di individuare anche cespiti patrimoniali e attività commerciali oggetto di intestazione fittizia, acquisiti attraverso il reimpiego di danaro proveniente dalle loro attività illecite.  La complessa attività di indagine, infatti, ha consentito di sequestrare per la prima volta un’impresa di fiori operante nell’area antistante il cimitero di Catania e ha permesso di riscontrare le infiltrazioni della criminalità organizzata catanese nel commercio di tale settore, evidenziando l’interesse del sodalizio a mantenere il controllo di determinate attività commerciali, acquisendo autorizzazioni e concessioni amministrative intestate anche a terzi. 

L’analisi dei flussi finanziari entrate-uscite dei soggetti interessati, sviluppata anno per anno per più di un decennio, attraverso le Banche dati in uso alle FF.PP., ha evidenziato una forte sperequazione tra i redditi dei proposti e dei loro nuclei familiari ed i beni, fittiziamente intestati a congiunti e terzi, comunque nella disponibilità dei Lombardo che, pertanto, in assenza di adeguate entrate lecite, sono stati ritenuti frutto e reimpiego dei proventi delle attività illecite commesse dagli interessati in seno al clan mafioso di appartenenza, in un arco temporale di accertata pericolosità sociale di oltre un decennio. 

Il Tribunale – Misure di Prevenzione – recependo la proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Catania, ha ritenuto che Giuseppe Salvatore Lombardo ed il figlio Salvuccio Junior, in quanto soggetti “socialmente pericolosi”, abbiano ricavato vantaggi economici dai traffici illeciti cui i predetti erano dediti e che i beni acquisiti, viziati da un’apprensione illecita genetica, siano stati sottratti al circuito dell’economia legale. 

Il valore dei beni sequestrati è stimato in 2 milioni e mezzo di euro.

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30 Novembre 2022, 12:29

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