Catania, "Solo l’amore conta": omaggio a Pier Paolo Pasolini

Catania, “Solo l’amore conta”: omaggio a Pier Paolo Pasolini

L'attore e regista Nicola Costa ci racconta perché la lezione del genio friulano è ancora attuale. A margine dell'iniziativa della Cgil.

CATANIA. “Solo l’amore conta, omaggio a Pier Paolo Pasolini è uno spettacolo che in realtà è stato scritto qualche anno fa, trovando esito in diverse rappresentazioni ma quest’anno per il centenario di Pasolini si colloca anche con una duplice valenza: commemorativa per il centenario e celebrativa dell’apertura del congresso CGIL, che sposa il principio degli ultimi tanto protetto da Pasolini con le sue scritture, denunce, testi”. Dalle parole del regista e interprete si evince la volontà del connubio con il sindacato, sede dell’iniziativa, che trova compimento nell’attività di preservare quelle categorie fragili della società: il famoso sottoproletariato rappresentato da Pasolini e fulcro di ogni attività sindacale.

“Artisti non si diventa è una causa, è come un sacerdozio: lo devi sposare e osservare con rigore fino in fondo” con queste parole profetiche si realizza l’investimento che il regista ha intrapreso con la sua attività creativa e culturale. Sentimento condiviso dallo scrittore Pier Paolo Pasolini ed emerso nella chiave interpretativa di Nicola Costa con ritratto un po’ dispotico rispetto all’icona contestatrice, un po’ rivoluzionaria che Pasolini assumeva iconograficamente. La figura che emerge è, invece, il quadro di una persona che ha fatto tutto quello che lo ha accompagnato solo all’insegna dell’amore. Di qui nasce il titolo: “Solo l’amore conta, omaggio a Pierpaolo Pasolini.” E il modo personale del registra di descrivere Pasolini e di restituirlo al pubblico. 

Inoltre, l’appuntamento si è svolto a ridosso di una delle date più significative nel calendario contemporaneo: la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il femminicidio, di cui ne condivide gli intenti con la presenza scenica di Alice Ferlito. “Con Alice Ferlito abbiamo condiviso in carriera moltissimi spettacoli, oltre ad essere una collega che stimo molto ed anche una mia amica, in questo spettacolo ho voluto intenzionalmente che vestisse la nota rosa perché il testo necessitava di un colore rosa, per interpretare al femminile quelli che sono dei frammenti lasciati in bocca alla madre di Pasolini” ci racconta l’autore “Le donne sono la quota gentile di questa società, ce lo dovremmo ricordare tutti”. Le donne, spesso vittime di oppressioni, calzano perfettamente con quel ritratto degli “ultimi”, indifesi oppressi dalla società attuale. 

“Poi con Alice abbiamo condiviso tanti spettacoli, abbiamo fatto due anni di tournée con i Promessi sposi, portiamo in giro uno spettacolo che si chiama “A cena con Pablo” che è un omaggio a Pablo Neruda e tanti altri progetti condivisi compatibilmente con gli impegni personali. Io dal 5 di dicembre sarò impegnato in tournée con il teatro stabile di Catania per il “Come tu mi vuoi” con la regia di Luca De Fusco e fino ad aprile toccherò i principali stabili d’Italia quindi sicuramente in questi mesi ci sarà un’interruzione nella nostra collaborazione ma certamente torneremo a fare cose insieme. Ci sono affetto e stima reciproca basati anche su una conoscenza che ci mette nelle condizioni di poter elaborare bene i testi su cui ci capita di lavorare” ancora in merito al rapporto con l’attrice, compagna nella narrazione.

A proposito dell’imminente impegno che vedrà l’autore e regista coinvolto nei prossimi mesi, scopriamo anche una piccola anticipazione di ciò che avverrà in estate sempre a sua firma: “Continuo intanto la conduzione del Centro Studi Teatro e Legalità, laboratorio di drammatizzazione permanente, che associa alla formazione teatrale anche l’allestimento di testi il cui focus è proprio incentrato su tematiche delicate che sono: la lotta alla mafia, il femmincidio, l’immigrazione e sono tutti testi di grande attualità e denuncia che con il centro studi portiamo avanti. In giugno di quest’anno abbiamo celebrato il trentesimo anniversario delle stragi di Falcone e Borsellino attraverso un mio lavoro “Ritratto di un’isola” e stiamo lavorando ad un altro progetto in embrione che verosimilmente in luglio vedrà la luce”.

Oltre ciò si svolgeranno le repliche di “Solo l’amore conta, omaggio a Pasolini” e per la prima volta a seguito della pandemia queste e le altre rappresentazioni torneranno ad essere distribuite anche attraverso il format “Teatro in casa”. L’iniziativa porta il teatro in ambienti privati che possono essere un salotto domestico, una cantina, una biblioteca, un pub, un giardino incontrando un numero ristretto di spettatori e dando loro la possibilità di vivere l’esperienza del teatro con il privilegio dell’intimità.
Spettatori che vivono la scena con l’esclusiva di vedere da vicino e toccare con mano le emozioni: le lacrime, il sudore, il tremore e la passione che echeggiano nella dimensione domestica. 

Il progetto “Teatro in casa” è un progetto del Centro Studi Teatro e Legalità che gira da qualche anno, intercettando un pubblico normalmente non frequentatore di sale teatrali ma che si lascia incuriosire. Infatti, da quando è partito, sono state raggiunte più di 2000 persone e la maggior parte di esse hanno esperito l’attività teatrale per la prima volta grazie a “Teatro in Casa” inserendolo nel calendario delle proprie abitudini. E questo è il momento in cui il teatro ha bisogno di essere rinvigorito.

In che modo? Attraverso i testi di un autore che aveva profetizzato molti degli avvenimenti a cui assistiamo all’interno della società materialista di cui Pasolini era un fervente oppositore, spingendo anche sulla netta differenza che esiste tra due sinonimi: il concetto di progresso e quello di sviluppo, non esattamente siamesi. È vero che la società si è sviluppata molto tecnologicamente e non solo ma siamo certi che tutto questo sviluppo realmente ci stia portando ad un progresso della qualità di vita? Ad un miglioramento? A conclusione dell’intervista, Nicola Costa ci lascia con il potere attualizzante della narrazione racchiuso nella cifra stilistica che incarna: “Personalità sicuramente scomoda e gigantesca, ricca di tutte queste espressioni che comunque lo collocano in una contemporaneità molto vicina a ciò che noi viviamo: un periodo che oggi vede nella categoria degli ultimi quelli che prima appartenevano alla fascia medioborghese, inesorabilmente trascinata verso il basso. In tal senso tutte le scritture di Pasolini, credo, assumano una contemporaneità straordinaria”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI