16 Aprile 2014, 14:28
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CATANIA – Il corpo della Polizia Municipale di Catania investito dagli effetti di un’inchiesta della Procura di Catania che ipotizza reati che vanno dalla truffa alla falsità ideologica. Due ispettori di polizia municipale sono stati arrestati, uno ai domiciliari e uno in carcere, nell’ambito di un’operazione della Polizia Stradale di Catania. La mente criminale dell’organizzazione sarebbe una guardia giurata in forza all’Ospedale Garibaldi, ed inoltre sarebbero coinvolti due avvocati che sono stati sospesi dalla professione per due mesi. Dall’indagine della polstrada sono state scoperte presunte truffe alle assicurazioni con falsi incidenti stradali. Oltre a queste 5 persone sono indagate altre 53 persone, tra cui un terzo vigile urbano. I risarcimenti al centro delle indagini sono venti. I due agenti della municipale sono stati sospesi dal servizio da parte dei vertici del Comune di Catania.
I NOMI. In carcere la guardia giurata Giuseppe Santo Privitera, 49 anni, e l’ispettore della Polizia Municipale di Catania Salvatore Saeli, 55 anni. Ai domiciliari l’ispettore della Municipale, Attilio Mazzara, 52 anni. Mentre gli avvocati Girolamo Graziano Miraldi e Rosario Mauro Privitera sono sottoposti alla misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione per la durata di due mesi.
LE ACCUSE. L’ordinanza firmata del Gip Laura Benanti si ricostruisce l’intera vicenda che vede indagati in totale 58 persone, tra cui i 5 destinatari del provvedimento cautelare che sono “gravemente indiziati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni delle compagnie di assicurazione e falsità ideologiche in atti pubblici”.
L’INCHIESTA . Le indagini della polstrada sono scattate nel 2012 a seguito di una segnalazione alla Procura direttamente dalla Polizia Municipale. In una nota riservata si parla di anomalie sulla condotta di due dipendenti, Saeli e Mazzara, “in ordine – scrivono alla magistratura – ad alcuni incidente stradali da loro rilevati”. La Polizia Stradale si è concentrata sull’esame di tutta la documentazione e dagli indizi emersi, anche grazie a intercettazioni telefoniche, pedinamenti e controlli incrociati dei tabulati, si è potuto ricostruire un quadro probatorio che sfociava nella commissione di gravi fatti di reato relativi a 20 sinistri rilevati dai due vigili urbani indagati tra il mese di aprile e ottobre 2011. “L’anomalia – scrivono gli inquirenti – è che sistematicamente in questi venti incidenti ricorrevano le medesime circostanze: gli atti, infatti, erano redatti sempre da un singolo agente e in alcuni casi il dipendente era libero dal servizio o addirittura in concedo o in malattia”. Le caratteristiche degli incidenti avevano dei denominatori comuni, e cioè, si trattava di sinistri con feriti (ma non c’era mai l’intervento di un’ambulanza), i referti (ad eccezione di uno) provenivano tutti dal Pronto Soccorso del Garibaldi, non vi erano i rilievi planimetrici completi e tutti i sinistri erano trattati per il risarcimento danni da due avvocati: Girolami e Privitera. I feriti, inoltre, risultavano essere stati visitati al Pronto Soccorso in orari incompatibili a quelli dell’incidente, in alcuni casi ancor prima del sinistro stesso.
LA TRUFFA. Dalle indagini, dunque, è stato definito il presunto metodo di truffa, che si sarebbe concretizzata in una prima fase nel denunciare non falsi incidenti in toto, ma eventi “infortunistici – si legge nella nota della polstrada – artificiosamente modificati nella dinamica, nei protagonisti e nei luoghi, in modo da assicurarsi l’obbligo, per la compagnia assicuratrice del veicolo che ufficialmente risultava responsabile dell’incidente, di risarcire i danni ai mezzi e le lesioni personali subite”.
IL RUOLO DELLA GUARDIA GIURATA. La presunta responsabilità degli indagati è stata accertata – dicono gli investigatori – dalle conversazioni intercettate. Il motore di tutta l’organizzazione sarebbe la guardia giurata Privitera, che “forte del suo lavoro di vigilanza al Pronto Soccorso del Garibaldi, entrava in contatto con le persone che lì si presentavano a seguito delle lesioni subite per i più disparati motivi e i cui nominativi servivano – a detta degli inquirenti – “a confezionare ad arte i falsi rapporti” e sarebbe stato lui a “mantenere i rapporti con i due legali, che poi si sarebbero occupate delle pratiche per il risarcimento danni”.
GLI ALTRI INDAGATI. Oltre ai 5 destinatari della misura, vi sono altre 53 persone iscritte nel registro degli indagati responsabili a vario titolo, secondo le ipotesi investigative, di avere in concorso con l’organizzazione “truffato o tentato di truffare le compagnie assicurative denunciando o confermando falsi incidenti”.
INDAGATO UN ALTRO VIGILE URBANO. L’inchiesta ha permesso di scoprire un’altra truffa. Tra gli indagati, infatti, c’è un altro ispettore della polizia municipale di Catania, che al di fuori di questa organizzazione, avrebbe redatto “altri due rapporti di altrettanti incidenti stradali, sempre allo scopo di conseguire l’indennizzo – è l’ipotesi della procura – della compagnia di assicurazione”.
LA NOTA DEL COMUNE: Il vicesindaco di Catania Marco Consoli ha reso noto che l’Amministrazione comunale ha provveduto a sospendere dal servizio gli ispettori della Polizia municipale Salvatore Saeli e Attilio Mazzara, colpiti da misura cautelare da parte della Procura della Repubblica di Catania.
“Si tratta – ha spiegato Consoli, che è anche assessore alla Polizia municipale – di un atto dovuto. Questa Amministrazione si è sempre caratterizzata per il perseguimento della legalità agendo di conseguenza come nel caso del recente licenziamento in tronco di un dirigente”.
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16 Aprile 2014, 14:28