30 Novembre 2022, 14:19
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CATANIA – Ville, attività economiche, persino un maneggio abusivo. Il clan Cappello colpito nel suo patrimonio, quello in cui confluiscono i soldi guadagnati con attività illecite. L’operazione della Polizia, la seconda in due giorni, è partita questa mattina all’alba mettendo in atto un sequestro di beni ai fini della confisca a carico di Giuseppe Salvatore Lombardo, 55 anni, e di suo figlio Salvuccio Junior, 28. Entrambi sono esponenti di spicco dei Cappello.
Al centro della misura di sequestro ci sono 5 immobili, 2 attività imprenditoriali, 7 conti correnti e un maneggio, con valore stimato di 2 milioni e mezzo di euro. Tutti intestati ad altre persone. Gli immobili sono case vacanze e una villa di lusso nel villaggio Ippocampo di mare. La villa era l’abitazione di Salvuccio Lombardo, mentre gli altri immobili erano destinati a casa vacanza. Un investimento, dunque.
“Le tecniche economiche dei clan si affinano – dice il vicequestore Stefania Marino, dirigente dell’Ufficio misure di prevenzione – i proventi illeciti sono investiti in attività lecite. In questo caso, l’investimento è continuato: nonostante la carcerazione di Lombardo, dal 2021, negli immobili i lavori sono continuati”.
Le imprese coinvolte sono invece un’attività di vendita di fiori e una di commercio all’ingrosso di cialde di caffè. La rivendita di fiori è in via Acquicella, di fronte al cimitero monumentale di Catania, ed è storicamente dei Lombardo. L’impresa aveva avuto dei problemi fino a che Lombardo padre e figlio non la rilevarono da un loro parente. Da allora avrebbero iniziato a investirci i proventi delle attività illecite, aprendo allo scopo diversi conto correnti.
Sotto sequestro finisce anche un maneggio abusivo. Al suo interno la Polizia ha anche trovato cinque cavalli, di cui due senza microchip, e per questo ha chiesto l’intervento anche del Servizio veterinario dell’Asp.
Il sequestro dei beni è stato chiesto dal Questore di Catania Vito Calvino e dal Procuratore Carmelo Zuccaro e disposto dal Tribunale, e si basa sulla pericolosità sociale di Lombardo padre e figlio. Ovvero, sulla presenza di condanne penali a loro carico, ma anche delle loro frequentazioni: “La condanna – spiega Alessandro Milazzo, Primo Dirigente della divisione Polizia Anticrimine – è uno dei sintomi che fa ricondurre ai criteri della pericolosità sociale, che è qualificata dall’essere mafioso del soggetto”.
Accanto alla pericolosità sociale c’è poi un lungo lavoro di analisi sui redditi e sui patrimoni: “Una volta accertata la pericolosità sociale – continua Milazzo – si analizzano gli acquisti e le transazioni effettuate nel periodo di pericolosità, verificando le discrepanze tra ciò che si dichiara e ciò che è nelle proprie disponibilità”.
Nei 12 anni presi in esame dai patrimonialisti della Polizia, Giuseppe e Salvuccio Lombardo hanno acquistato e sono entrati in possesso di beni di valore sproporzionato rispetto alle loro entrate. Beni che erano intestati a terzi, ma che erano comunque riconducibili a loro.
A inquadrare il senso dei sequestri di beni nell’attività complessiva di lotta alla mafia è il questore Vito Calvino: “Accanto alla tipica attività di repressione dei clan e delle loro attività illecite si deve puntare necessariamente anche sull’annientamento dei patrimoni che derivano da queste attività. Questo perché la sola destrutturazione militare non basta: è il patrimonio che serve al sostentamento delle famiglie e alla creazione di altra ricchezza”.
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30 Novembre 2022, 14:19
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