24 Marzo 2024, 05:01
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CATANIA – Se non ci si entra non si può immaginare cosa sia WonderLad. E non si può neanche capire come il mix di architettura, psicologia e arte possa essere messo a disposizione dell’oncologia pediatrica. La struttura parla da sé e comunica calore umano. Vista dall’alto sembra un abbraccio. L’immagine rende plasticamente l’idea: perché il progetto voluto da Cinzia Favara Scacco ed Emilio Randazzo è pensato per accompagnare i bambini colpiti dal cancro e le loro famiglie a venire fuori dalle angosce e dai dolori della malattia.
Moglie e marito: psicologa lei; architetto lui. Un connubio che da solo vuol dire tanto, che emoziona e convince. Grazie a loro due, infatti, ha preso il largo una missione che ha come obiettivo quello di permettere a chi è stato colpito in tenera età dal tumore di potere tornare alla vita di tutti giorni, di essere inserito nel tessuto sociale e riallacciare le relazioni della vita quotidiana. Sì, perché non è affatto scontato che ciò avvenga. O meglio, non sempre ci si riesce velocemente. Serve tempo. Serve attenzione alla persona. Serve fiducia.
Siamo a Canalicchio-Barriera, alle spalle del parcheggio scambiatore del Brt1. Immersi nel verde, sul versante nord dell’area metropolitana. Un punto a metà strada tra tanti i tanti ospedali del territorio etneo. WonderLad sorge su un parco di due ettari di proprietà del Comune di Catania. Si tratta di 2000 metri quadrati di superficie coperta. Tutto ciò che è stato realizzato finora – o che dovrà esserlo in futuro – è destinato alla città. Tutti i servizi erogati e i laboratori sono a titolo gratuito. Esclusivamente. Lo sono persino i mini appartamenti messi a disposizione delle famiglie dei piccoli pazienti, spesso costrette ad affontare un’emergenza che è anche economica.
Tutto all’interno profuma di sereno ed efficiente. Quando è così, il cancro fa meno paura. La parola d’ordine è l’eccellenza e sono tante le professionalità coinvolte ogni giorno. La struttura è pensata per offrire benessere ai i piccoli ospiti e impattare il meno possibile sull’ambiente. “L’architettura è parte della cura, soprattutto quando risolve problemi pratici” ripete Emilio Randazzo mentre ci fa visitare gli ambienti e ci fa notare che anche le maniglie delle porte hanno una forma speciale per evitare che i bambini possano farsi del male.
Ogni materiale o è stato regalato o è stato acquistato a prezzo di costo. Sono tante le aziende e i privati che hanno contribuito al progetto. E non soltanto con il 5 per mille, che è e resta uno strumento fondamentale. Randazzo – grazie a una buona dose di empatia – sa comunicare le necessità dei piccoli pazienti e coinvolgere chi è disposto a entrare in sintonia con lui. E non sono pochi. “Non posso non dire grazie a quei tanti che ci stanno credendo” insiste.
Anche la vicenda delle due gemelle ucraine con gravi problemi di salute che quest’estate hanno rischiato di rientrare in una patria ancora martoriata dalla guerra, passa da WonderLad. Intanto, i lavori vanno avanti: in dirittura d’arrivo ci sono l’auditorium in legno e il teatro esterno. La cosa più importante, però, è sapere che il progetto Lad non si è fermato ai piedi dell’Etna. Sarà, infatti, a Pavia che prenderà forma la struttura gemella. Sì, perché le buone pratiche si possono esportare e – per una volta – dalla Sicilia risalire lo Stivale.
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24 Marzo 2024, 05:01