I vicini di casa della vittima: |"Noi anziani siamo terrorizzati" - Live Sicilia

I vicini di casa della vittima: |”Noi anziani siamo terrorizzati”

La vittima, Maria Concetta Velardi

Poche parole, ma cariche di angoscia. Non si sbottonano i vicini di casa della signora Velardi, vedova Matà, il cui cadavere è stato rinvenuto il 7 gennaio scorso davanti la tomba di famiglia al Cimitero di Catania. Il figlio della vittima ieri è tornato sulla scena del crimine.

Il delitto al Cimitero
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CATANIA – La tapparelle sono tutte abbassate, non c’è un mazzo di fiori, ancora nessun necrologio. In via Macello 10 a Catania, tre giorni dopo il misterioso presunto omicidio della 58enne Maria Concetta Velardi, non tira un soffio di vento. Pochi commenti stringati. “Poverina, ma cosa possiamo dire? – dice al citofono una vicina di casa – la signora era educata, dolce, una persona per bene, ogni pomeriggio andava a trovare al camposanto il marito e il figlio Lorenzo, queste sono tragedie improvvise e non ci sono parole, ma soltanto tanto dolore. E’ una signora che ha sofferto tanto, fino alla fine. Speriamo solo che si arrivi ai colpevoli, che il Signore l’abbia in gloria”.

E di colpevoli ancora nemmeno l’ombra. Si è appreso da poche ore che proprio il figlio maggiore della donna, Angelo Fabio Matà, 40 anni, sottufficiale della marina militare, l’unico familiare presente quel pomeriggio, ha avviato delle indagini private per vederci chiaro affidando il caso agli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco e a due investigatori privati, ex ispettore della sezione omicidi della squadra mobile della Questura di Catania adesso in pensione. Ieri pomeriggio il figlio è tornato sulla scena del crimine con i legali e i due investigatori privati per cercare nuovi elementi per far luce sul delitto della madre. (LEGGI QUI)

Ad oggi il mistero è ancora tutto da svelare. La gente ha paura e pretende più sicurezza. “Pensavo fosse avvenuto in un’area più interna del cimitero – commenta una pensionata catanese”, le fa eco il marito: “non ci sono controlli, noi anziani siamo terrorizzati al solo pensiero della ferocia umana che si è abbattuta su questa povera signora. Secondo me potrebbe essere stato qualche balordo, nelle aree esterne del cimitero ne vediamo tanti, rubano vasi e fiori, non ci sarebbe da meravigliarsi”.

I pareri si dividono. In molti, infatti, pensano che l’uccisione di Maria Concetta Velardi possa essere stata procurata dalla mano di un malvivente che si aggirava per il camposanto. Ma il bracciale d’oro rinvenuto dagli investigari accanto al corpo esanime della donna, fa presumere agli inquirenti che non si sia trattato di una rapina.

“Non li conosco – prosegue un pensionato intervistato in un bar nei pressi di via macello – è un fatto che rende tutti tristi, nessuno di noi può giudicare, ma spesso dai telegiornali apprendiamo che i colpevoli di queste tragedie sono persone vicine alle vittime”.

Sotto casa Velardi intanto tutto tace. Molti residenti della palazzina preferiscono non rispondere al citofono, mentre un secco “Non sappiamo nulla” è la risposta che i negozianti sotto casa rilasciano ai nostri microfoni.

Ad oggi nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati. Le indagini della squadra mobile della Questura di Catania sono coordinate dal procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto Giuseppe Sturiale.


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