03 Marzo 2013, 11:22
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CATANIA – Basilio Catanoso mette subito le mani avanti. “Oggi non vogliamo parlare del candidato sindaco a Catania, e neanche dei ventisette comuni dove si andrà a votare a maggio”. L’evento organizzato ieri pomeriggio nella sala congressi dello Sheraton hotel di Acicastello ha ben altra finalità. Che non è neanche quella di un annuncio choc: “Non me ne voglio andare da nessuna altra parte, state tranquilli”, precisa nuovamente il parlamentare acese del Pdl. Il motivo delle riunione è già tutto nel titolo: “Rifondare il centrodestra”. Un dicitura che potrebbe apparire per lo meno strana, se si considera che il voto politico della scorsa settimana ha visto una rimonta della coalizione berlusconiana impensabile fino qualche mese addietro. Supportata pure da un risultato che, nella provincia di Catania, ha visto riconfermare il primato delle forze di centrodestra. Assicura però Salvo Pogliese, vicepresidente dell’Ars: “I manifesti erano già pronti una settimana prima del voto, al di là del possibile risultato, che però è andato oggettivamente oltre le nostre più rosee aspettative”.
“Il punto è che l’assetto attuale del centrodestra è sbagliato”, Catanoso non ammette fraintendimenti. “Immagino un centrodestra diverso da quello attuale, plurale e meritocratico. Aperto pure – ha aggiunto il parlamentare – a gente che proviene da esperienze diverse dalla nostra”. Ed ancora: “Immagino un partito fatto di regole, dove non ci siano generali, ma tanti soldati semplici”.
Ad ascoltarlo c’erano tutti maggiorenti dei partiti che gravitano attorno al centrodestra. Partendo da Marco Falcone, deputato Ars vicino a Raffaele Stancanelli, leader catanese della neonata Fratelli d’Italia, che dal palco ha fatto sapere: “Ho deciso di restare nel Pdl”. Mentre l’esponente de La Destra, Enrico Trantino, accompagnato da un silente Nello Musumeci, è stato più volte ironico sul risultato della propria formazione. Ma si è fatto serio quando ha parlato delle responsabilità di quelle forze che si sono coalizzate con il centrodestra alle politiche mentre alle regionali hanno favorito la vittoria di Rosario Crocetta. Parole rivolte all’indirizzo di Pippo Arcidiacono, esponente catanese di Grande Sud.
Presente in sala anche Pino Firrarello, l’oramai ex senatore del Pdl, che si è detto disponibile affinché si apra un dibattito sulle regole nel partito. Sull’assenza di Giuseppe Castiglione ha spiegato a LiveSiciliaCatania: “E’ a Ragusa per degli impegni istituzionali. Chi pensa che ci sia una polemica si sbaglia, anche perché -ha aggiunto Firrarello- qua ci sono già io”. Sull’assenza di Stancanelli, invece, è arrivata la rassicurazione dal palco: “Il sindaco ha la febbre”. Soddisfazione per l’iniziativa di ieri è arrivata pure da Valeria Sudano, deputato Ars del Cantiere popolare, che ha detto con un tono liberatorio: “Aspettavamo questo dibattito sin dal 2004”.
Parlando di regole. L’evento di ieri ha avuto una dinamica ben organizzata. A tutti è stata data la possibilità di iscriversi a parlare, compresi gli esponenti delle associazioni e della società civile. Cinque minuti cadauno, scanditi da un maxi cronometro sul palco. Fra questi Massimiliano Giammusso, consigliere comunale a Gravina di Catania, che parlato della necessità di strutturare il Pdl “andando oltre il leader, oltre Berlusconi e oltre la destra”. Gaetano Fatuzzo, esponente dello Spazio Libero Cervantes, ha riferito con chiarezza: “Non possiamo continuare a sentire la stessa bugia, il Pdl oggi è solo comunicazione. Se vuole rinascere – ha aggiunto- deve tornare ad essere identità”. Sul palco è stata la volta pure di un certo signor “Nessuno”, che ha intrattenuto la platea parlando, tra l’evidente imbarazzo degli organizzatori, della propria tesi di laurea sul fico d’india. Frutto però che è pieno di semi. Chissà che non possano germogliare davvero, e che l’intervento del signor Nessuno possa risultare profetico per tutto il centrodestra.
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03 Marzo 2013, 11:22