Scateno, la notte dei lunghi coltelli: un colpo qua e un colpo...

Scateno, la notte dei lunghi coltelli: un colpo qua e un colpo…

Le dichiarazioni di Cateno De Luca a Palazzo dei Normanni. E la strategia.
PALAZZO DEI NORMANNI
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“Lei è un gran signore, presidente Schifani. Però, veda, la signorilità è una cosa, parlare del passato per non fare gli stessi errori è un’altra cosa”. Parola, appunto, di Cateno De Luca. Che dà un colpo al cerchio e uno alla botte, nel corso del dibattito sulle comunicazioni presidenziali, perché, nella vita – e in politica – non si sa mai.

La strategia appare chiarissima. De Luca gioca su due tavoli. Mantiene il cipiglio di censore intransigente che sarebbe disposto a una forma di collaborazione, purché la maggioranza si ricongiunga a lui e si converta al ‘Deluchismo’. Altrimenti, continuerà con la sua attitudine di fuciliere d’assalto del governo. E saranno sganassoni per tutti. Come si fa a perdere, al cospetto di un impasto politico friabile, in cui mezzo voto in più rischia di somigliare a una goccia d’acqua nell’arsura di un deserto?

E così, ‘Scateno’, riconosce la signorilità del governatore, ma, poi, lo rimbrotta. E aggiunge: “Se vuole la nostra collaborazione presidente Schifani l’avrà, ma faccia mettere ai suoi assessori da parte i vizi e le abitudini che hanno messo in ginocchio la nostra terra. Se non lo farà avrà davanti un muro, niente di personale”. Lui, insomma, fissa il prezzo. Poi, decida l’inquilino di Palazzo d’Orleans se intende diventare acquirente.

Ed ecco la spiegazione, già enunciata, degli ultimi e complicati passaggi parlamentari: “Sicilia Vera, Sud chiama Nord e 5stelle hanno agevolato l’elezione del presidente Gaetano Galvagno. Non ho difficoltà a dirlo. Avevamo capito che c’era un grande momento di frizione all’interno della maggioranza non solo dentro questa aula, ma anche per quanto riguardava la formazione della giunta. Abbiamo sventato quella che doveva essere la notte dei lunghi coltelli, noi non abbiamo fatto altro che evitarlo. Abbiamo fatto la valutazione anche definendo l’intesa soddisfacendo la richiesta di Nuccio Di Paola che voleva fare il vicepresidente”.

E ancora un’esca: “Noi siamo rimasti fuori dagli uffici di presidenza perché non abbiamo accettato il quadro che ci era stato proposto con la benevolenza di una certa parte della maggioranza. La stessa situazione si è presentata per il voto dei deputati-questori. Ci siamo rimasti male sul fatto che non era gradito il collega Ismaele La Vardera alla presidenza dell’Antimafia. Ho detto quindi teniamoci distinti e distanti”. Distanti e distinti, oggi, ma domani, chissà. “Lei deve stare attento, presidente Schifani – conciona De Luca – lei deve dare un colpo o ciccu e uno o timpagnu, come diciamo a Fiumedinisi. Un colpo al cerchio e uno alla botte”. Un’altra battuta scatenata. Quasi un manifesto. (Roberto Puglisi)


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