21 Giugno 2014, 05:13
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CATANIA – “Il Megafono è un movimento di persone, uomini e donne, e come tale non ha necessariamente bisogno di deputati o consiglieri in quanto cariche elettive. Serve attaccamento al progetto e forte spirito di progettualità per innovare la politica”. Giuseppe Caudo, coordinatore provinciale del movimento fondato dal presidente Crocetta, commenta così lo “strappo” dei deputati regionali che, nonostante le successive rassicurazioni di fedeltà allo stesso presidente, hanno deciso di cambiare nome al gruppo all’Ars, dando vita a “Territorio e socialisti” e lasciando, così, sguarnita l’Assemblea dai delegati riconducibili direttamente al governatore.
E allontana i dubbi sulle eventuali ripercussioni sul movimento della città etnea, attraversato da una piccola faglia ricomposta, o così sembra, in occasione dell’ultima festa della Repubblica. “Con Crocetta non si tratta utilizzando questi metodi – dice il coordinatore provinciale riferendosi al cambio di denominazione dei deputati regionali – ma con il confronto, la progettualità, le idee”.
Confronto che, proprio a Catania, sembra aver avuto esito favorevole. La frattura che si era creata tra lo stesso Caudo e parte dei rappresentanti del Megafono in Consiglio comunale e in Giunta sarebbe infatti ormai sanata. Ma il condizionale rimane d’obbligo. I bene informati, infatti, parlano di pace apparente. Come sembrano confermare le stesse parole di Caudo.
“Su Catania abbiamo avuto un chiarimento lo scorso 2 giugno – afferma – e la polemica è rientrata. Certo, se qualcuno decidesse di cambiare strada, magari folgorato dal “Socialismo” – aggiunge ironicamente –non sarà bloccato. Come a Palermo il movimento continua ad esistere senza deputati, anche a Catania può continuare a lavorare senza consiglieri. Non ci sorprendono gli abbandoni come non ci esaltiamo dei tanti che si avvicinano al Presidente Crocetta. A Catania penso sia diverso – ribadisce – perché in città il confronto è sempre stato franco e fondato su un idea di cambiamento che sta attraversando la città”.
Il coordinatore provinciale, infatti, traccia una netta linea di demarcazione tra il vecchio modo di concepire il lavoro d’aula e quello del Megafono, come ribadito più volte dallo stesso presidente Crocetta. “Ha ragione il Presidente – prosegue Caudo – nel dire che il movimento esiste a prescindere dai rappresentanti all’Ars. Se no sarebbe un partito e non lo è. È un’idea politica che oggi necessita di riorganizzazione e di avere una maggiore strutturazione nel territorio – prosegue – ma che non vive di poltrone”.
Insomma, il messaggio che Caudo invia è chiaro: il Megafono continuerà ad esistere e a operare, anche senza rappresentanti istituzionali anche se sarei personalmente felice in un ripensamento conosco i Deputati coinvolti nella vicenda e ne stimo le qualità anche per questo non capisco e non condivido la scelta, ma saremmo un altra cosa se ci dovessimo preoccupare troppo di chi lascia . “D’altronde – conclude – a Bronte (città di Pino Firrarello), alle ultime europee, abbiamo avuto un risultato eccezionale senza avere nemmeno un consigliere”.
(Foto S. Trovato)
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21 Giugno 2014, 05:13