06 Luglio 2017, 18:09
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CATANIA – Un imprenditore che vuole investire milioni in Sicilia. Uno stabilimento non operativo – ma che potrebbe essere ceduto al prezzo simbolico di un euro – e una sessantina di ricercatori a spasso. Questi i numeri della vicenda legata all’impresa Myrmex, che ha fatto gridare allo scandalo i sindacati. Che hanno appreso non solo della volontà di una società straniera, turca per la precisione, di investire a Catania, acquistando l’ex stabilimento Myrmex. Ma anche della volontà, presunta ma non smentita, del propietario Calvi di cedere al Cnr.
Vicenda sulla quale entra Giuseppe Caudo, dell’ufficio della presidenza regionale. “Siamo stati contattati dallo staff dell’imprenditore Giusti – precisa Caudo – che ci ha palesato la volontà di intervenire sul settore farmaceutico in Sicilia. La proposta è stata interessante – aggiunge – anche perché è stata ribadita la volontà di acquisire lo stabilimento Myrmex e di assorbire tutto il personale lasciato senza lavoro. Speriamo che Calvi attivi il dialogo – prosegue.
Caudo, che evidenzia come l’acquisizione da parte di Prestafarma potrebbe mettere fine a una lunga e dolorosa vertenza, oltre che rivitalizzare un comparto produttivo importante per il territorio etneo, afferma che verrà presto proposto un tavolo formale. “Per quanto riguarda la cessione al CNR – continua Caudo – ho appreso le notizie dalla stampa ma pare che l’assessore regionale Lo Bello abbia inviato una nota all’imprenditore Calvi ricordando come lo stabilimento non possa al momento essere ceduto e come, anzi, potrebbe e dovrebbe ritornare nelle mani della Regione. “Di fronte alla volontà di investire, creare economia e di assorbire i lavoratori – sottolinea – la posizione del governo regionale non può essere che di apertura verso questa ipotesi. Speriamo – conclude – che Calvi risponda positivamente”.
Caudo, infine, si sofferma sull’altra importante vertenza, quella che riguarda il call center di Paternò Qè per il quale, ieri in Prefettura, c’è stata fumata bianca con la nascita della Netith. “La nascita della nuova realtà che assorbirà tutti i 600 lavoratori – precisa – rappresenta la vittoria di un sistema e il successo della politica e dell’incontro tra politica sindacati e lavoratori che dà speranza a un territorio difficile come quello di Paternò. Il progetto, tra l’altro, non riguarda solo un call center, ma è di più ampio respiro”.
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06 Luglio 2017, 18:09