C’è il “paracadute” | per gli ex Pip

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10 Febbraio 2014, 06:00

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PALERMO – Un salvagente per gli ex Pip dal reddito più alto. Un paracadute, che ha la forma di una circolare, firmata dal dirigente generale (ad interim, da pochi giorni) Anna Rosa Corsello. Una circolare, però, che rischia di “scavalcare” una legge regionale. E non una legge qualsiasi. Si tratta dell’ultima Finanziaria che all’articolo 34 contiene le norme sui lavoratori di “Emergenza Palermo”. Per farla breve, l’articolo prevede la costituzione di un bacino unico di questi lavoratori. I componenti della lista potranno essere gli unici beneficiari dell'”assegno di sostegno” da 832 euro erogato dall’Inps. Per far parte di quell’elenco servono una serie di requisiti. Ma quello che più interessa, in questo caso, sono i motivi di esclusione dal bacino stesso.

Tra questi, quello previsto dalla lettera “d” del comma 5 dell’articolo 34. I lavoratori  sono definitivamente cancellati dall’elenco in caso di “reddito ISEE familiare superiore a 20 mila euro”. Punto. Nessuna interpretazione, nessuna possibile “maglia” alla norma. Chi possiede un reddito familiare superiore a quella cifra, è fuori. Secondo la legge, almeno. Una norma che, durante la discussione della Finanziaria aveva sollevato numerose polemiche in Aula. Ma che alla fine – è bene precisarlo – è stata approvata dalla maggioranza dei deputati presenti a Sala d’Ercole. Insomma, la maggioranza ha detto sì a questo limite. L’articolo non è stato impugnato in questo passaggio (mentre sono state cancellate le somme stanziate per gli ex Pip per gli anni 2015 e 2016). E la norma è diventata legge vigente in Sicilia dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Nonostante ciò, l’assessorato alla Famiglia e in particolare il dipartimento Lavoro ha previsto, nella circolare firmata da Anna Rosa Corsello, una novità. “I suddetti lavoratori, ai fini dell’inserimento nell’elenco previsto dalla richiamata norma, – si legge nella circolare – presenteranno, per il tramite dell’ente utilizzatore, al Dipartimento Regionale del Lavoro, dell’lmpiego, dell’Orientamento, dei Servizi e delle Attività Formative entro il termine di gg. 30, dalla pubblicazione della presente, apposita autocertificazione attestante il mantenimento dei requisiti prescritti alla data di entrata in vigore della legge, corredata da certificazione ISEE riferita all’anno precedente”. E fin qui, nulla di strano. Ma gli aspiranti destinatari dell’assegno da 832 euro sono anche invitati a presentare “autocertificazione inerente il reddito individuale nel caso in cui il reddito ISEE sia superiore a 20 mila euro”.

Che significa? La legge, approvata anche dai partiti alleati al governo che ha emesso la circolare, e alla quale la circolare fa espressamente riferimento fin dal primo rigo, in fondo parlava chiaro: chi ha reddito familiare superiore ai 20 mila euro è cancellato dall’elenco. A che serve l’autocertificazione “inerente il reddito individuale”, cui non si fa cenno in nessuna parte della Finanziaria?

L’interpretazione dell’assessorato tenta, probabilmente, di mettere una pezza a una norma, come detto, assai discussa. Non solo perché l’elenco dei lavoratori è istituito presso il dipartimento Lavoro anziché presso quello della Famiglia, ma anche perché la legge parla chiaramente di reddito Isee familiare. Con l’indicazione dell’Isee familiare – avevano fatto notare molti parlamentari – si intende tutto il nucleo, il che vuol dire che chiunque viva con i propri genitori magari pensionati o col coniuge in una casa di proprietà verrebbe automaticamente escluso.

“La ratio della norma – spiega la Corsello a Livesicilia – era di evitare che restassero nel bacino dei lavoratori con un certo reddito, ma se il lavoratore vive in famiglia magari quello indicato è il reddito dei genitori pensionati. Per questo, dovendo valutare la reale posizione di ogni singolo, richiediamo anche l’autocertificazione sul reddito individuale per poter fare una comparazione”. Insomma, sarà escluso solo chi ha un reddito individuale che supera la soglia. Nonostante la legge sembri dire altro. Il bacino, al netto delle ultime esclusioni per problemi giudiziari o di altro tipo, conta poco meno di tremila nominativi, di cui 500 ancora in attesa di assegnazione.

Per poter essere inseriti in elenco adesso i lavoratori dovranno presentare entro il 5 marzo un’autocertificazione attestante il mantenimento dei requisiti (non essere assunto a tempo indeterminato, non aver rifiutato una congrua offerta di lavoro e reddito inferiore ai 20mila euro) e l’Isee che, se superiore alla soglia, dovrà essere corredato, appunto, da autocertificazione del reddito individuale. Per chi fornirà dati falsi, è prevista la cancellazione dall’elenco.

Inoltre, gli over 50 che rimarranno in Aspi fino a maggio, potranno poi restare senza alcuna interruzione negli enti assegnati. Per tutti si tratterà di 30 ore settimanali a 832 euro mensili corrisposti dall’Inps. E gli assegni familiari? “Noi li consideriamo compresi negli 832 euro – dice la Corsello – ma poi sarà l’Inps a dover valutare cosa fare”. Il tutto verrà finanziato per il 2014 con 20 milioni di fondi Pac: il Commissario ha impugnato gli altri quattro inizialmente previsti e l’impegno di spesa per il 2015 e il 2016. Articoli previsti nella Finanziaria che fissa i requisiti per essere “dentro” o “fuori” dall’elenco. E che la Regione sta cercando di “interpretare”, se non aggirare con la propria circolare.

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10 Febbraio 2014, 06:00

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