23 Maggio 2014, 15:30
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PALERMO – Stop alla vendita del Cefop al Cerf. E desso 408 lavoratori sono a un passo dal licenziamento. Nel corso di una riunione dell’unità di crisi, tenutasi stamani presso il Ministero dello sviluppo economico, con al centro le procedure di cessione dell’ente in amministrazione straordinaria alla società consortile Cerf , che se ne era aggiudicato l’acquisto, la regione con il suo rappresentante ha comunicato la sua contrarietà all’operazione.
Un’operazione, del resto, che aveva sollevato diversi dubbi, raccontati anche, a più riprese, dal nostro giornale. Dubbi che hanno riguardato, da un lato, l’iter che ha portato alla selezione del Cerf come “acquirente” del Cefop e anche sui “requisiti” della stessa cordata. Dubbi allontanati con forza dai due ex commissari del grosso ente di Formazione, Bartolo Antoniolli e Giuseppe Benedetto.
Ma adesso, la preoccupazione è tutta dei 408 lavoratori. Quelli inizialmente “salvati” dopo gli esuberi che hanno portato, negli ultimi anni, l’ente da un organico di mille dipendenti, poi a 620 e infine ai 408, che il Cerf si era impegnato a tenere, appunto, in organico. Per alcuni dei licenziati, alcuni giorni fa, la beffa: l’Inps ha anche chiesto indietro i soldi ricevuti come indennità di disoccupazione.
E adesso, come detto, i sindacati vanno all’attacco. Anche e soprattutto nei confronti della Regione. Il segretario generale della Cgil, Giusto Scozzaro, ha chiesto la rimozione della dirigente del Dipartimento lavoro, Annarosa Corsello e chiede all’assessore regionale, Nelly Scilabra, la cui azione viene giudicata “approssimativa e inadeguata”, di trarne le “dovute conclusioni”.
“E’ intanto inaccettabile- dice Scozzaro- l’assenza alla riunione sia dell’assessore che della dirigente. La vicenda è poi paradossale – aggiunge – perché si parla di una procedura svolta secondo le previsioni di legge, vigilata dal Mise e giunta al traguardo, sulla quale la regione siciliana si era già espressa anche in sede ministeriale senza dichiarare opposizione. Anzi – dice ancora Scozzaro – alla fine di marzo la Regione aveva manifestato alle parti la propria disponibilità, rilasciando anche una nota che lasciava presupporre che, se il Cerf avesse avuto i requisiti previsti, nei primi giorni di aprile sarebbe stato emanato il decreto di trasferimento delle commesse, dell’intero complesso aziendale e dei lavoratori. Il Cerf, peraltro, senza costi aggiuntivi, – prosegue – si sarebbe occupato anche della conclusione delle attività del Cefop, garantendo il diritto agli esami ed alla qualifica degli utenti dei corsi conclusi”.
I passaggi successivi si legge sempre nella nota della Cgil – sono il blocco ad aprile delle operazioni, in virtù di una delibera di giunta del giugno 2013, antecedente dunque agli altri passaggi, e la richiesta di un parere all’avvocatura dello stato “di cui – dice Scozzaro- non si sa nulla”. “Quello di oggi- dice ancora – è un epilogo scorcertante che blocca la possibilità che 408 lavoratori possano ritrovare l’occupazione a tempo indeterminato e per un periodo di almeno due anni garantiti dalla stessa legge. Il sindacato chiede di avere al più presto “quei chiarimenti che fino ad oggi non sono stati dati e che rendono la vicenda incomprensibile”. Per il sindacato “la vicenda è inaudita”e “ancora più grave vista la crisi che sta attraversando il settore della formazione professionale in Sicilia. Tutto ciò è frutto- conclude Scozzaro- della manifesta incapacità della Dirigente Corsello, e della incapacità di chi ha la responsabilità politica di questo ramo del governo siciliano e questa situazione non è più accettabile”.
E all’attacco va anche la Cisl: “Sulla vicenda della mancata cessione in amministrazione straordinaria del complesso aziendale Cefop al Cerf, abbiamo assistito all’ennesimo atto di improvvisazione e incompetenza da parte della Regione, che avrebbe potuto esprimere prima un parere e trovare una soluzione, consentendo così l’operazione, invece di attendere quattro mesi. Ora a pagare il prezzo dell’incapacità dell’amministrazione regionale, sono come sempre i lavoratori. Cosi anche gli ultimi 408 degli iniziali mille lavoratori del Cefop, restano senza tutela perderanno il posto e non riceveranno gli ultimi sei stipendi”. Ad affermarlo dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, sulla cessione dell’ente di formazione Cefop al Cerf, è Giovanni Migliore Segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione. Ad impedire la cessione è una delibera di giunta approvata nel 2013 dalla Regione, che stabilisce l’impossibilità a cedere rami di azienda. La Regione ha chiesto in merito un parere all’Avvocatura dello Stato. Parere evidentemente negativo. “I lavoratori del Cefop , 300 dei 408 lavoratori che erano già stati selezionati per l’assunzione dal Cerf, ora rivolgono le loro speranze solo sul bando Prometeo messo in campo dal Ciapi di Priolo. Di conseguenza – continua Migliore – aumenterà la platea degli esclusi al bando Ciapi compresi i lavoratori degli enti revocati ai quali era rivolto, riducendo le possibilità per altri operatori. In tutto a perdere ogni salvaguardia, speranza e tutela saranno oltre 700”. “Oltre il danno la beffa anche del mancato pagamento poi degli ultimi sei mesi di stipendio”. Migliore conclude “i lavoratori sono stanchi di assistere ad approssimazione ed improvvisazione, per questo anche la vertenza del Cefop sarà martedì mattina in piazza Indipendenza a manifestare tutto il dissenso contro una Regione immobile. Adesso il governo dimostri di voler risolvere il problema convocando una giunta urgente”.
“Siamo preoccupati per il futuro di 408 dipendenti – dice Giuseppe Raimondi, della Uil Scuola -. E’ questo il numero dei lavoratori del Cefop che avrebbero dovuto essere trasferiti alla società consortile Cerf con contratto di lavoro a tempo inderterminato. Ma la cessione è naufragata a causa di un parere dell’Avvocatura dello Stato, del quale però al momento non abbiamo conoscenza diretta. Di fatto è saltata l’impostazione che ci era stata garantita, come percorribile, da tutti i livelli istituzionali coinvolti: dal Tribunale di Palermo al Comitato di Sorveglianza del Ministero. Una impostazione su cui avevamo puntato anche con Cgil e Cisl”. Raimondi precisa: “Adesso, alla già disperata situazione in cui versa il settore della Formazione, si aggiungono ulteriori elementi di tensione. Mancano 400 posti di lavoro. Per questo chiediamo subito un tavolo di confronto con il Governo Crocetta. Dobbiamo capire quale futuro adesso attende questi lavoratori che tra l’altro sono senza stipendio da sei mesi”.
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23 Maggio 2014, 15:30