10 Febbraio 2017, 20:24
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PALERMO – Aveva acquistato un cellulare Samsung in promozione. Ma quella promozione, tra mail e intoppi burocratici, non gli verrà mai riconosciuta. E così, un giovane decide di rivolgersi a Federconsumatori Palermo. Il risultato? Una mega-multa alla multinazionale della telefonia: oltre tre milioni di euro, a tanto ammonta la sanzione dell’Autorità garante delle comunicazioni e della concorrenza.
La storia è apparentemente banale, ma l’esito potrebbe aprire un fronte che riguarda decine di consumatori. Come detto, un giovane decideva di acquistare nell’agosto del 2015 un telefono Samsung Galaxy S6 al prezzo di 942,90 euro. In quell’occasione aderirà alla promozione “Con Galaxy S6 per te 150,00 euro di rimborso”, ampiamente pubblicizzata in televisione e su Internet. L’offerta prevedeva appunto il rimborso di 150 euro per chi avesse acquistato il telefono entro il 9 agosto 2015. Il giovane segue, per aderire alla promozione, le indicazioni reperibili sul web. Tutto sembra andare per il verso giusto.
Ma tre giorni dopo il cliente riceve una mail di Samsung con la quale veniva comunicato che la documentazione caricata era incompleta. Così, veniva richiesto al giovane di inviare nuovamente la prova di acquisto del prodotto. Anche stavolta, sembra tutto in ordine: Samsung comunica che l’operazione è andata in porto. Ma il bonifico col rimborso non arriva.
Invece, un mese dopo, arriva un’altra mail di Samsung in cui si parla di “alcuni casi di sospetta irregolarità durante le fasi di adesione all’iniziativa Galaxy S6 Days” che avevano comportato alcune difficoltà di gestione operativa ed era, pertanto, sorta la necessità di effettuare ulteriori verifiche e controlli prima di eseguire il bonifico sul conto corrente del giovane. Insomma, i soldi non arrivano ancora. Anzi, viene richiesto al cliente l’invio di una serie di documenti mai chiesti prima. Con un termine perentorio: entro cinque giorni. Ma quella mail verrà letta in ritardo. Addio al rimborso?
Il giovane non si è dato per vinto, e insieme alla Federconsumatori palermitana ha presentato un ricorso. Che si aggiunge a quello relativo ad attività di “marketing aggressivo” da parte della multinazionale. E l’Agcom interverrà in entrambi i casi molto duramente. “L’Autorità – si legge in una nota di Agcom – ha individuato una prima pratica commerciale ingannevole ed aggressiva ritenendo, da un lato, che i messaggi pubblicitari presentavano gravi carenze informative sulla natura della promozione, sulle condizioni, limitazioni e modalità da seguire per ottenere il premio/vantaggio promesso, e dall’altro, che le modalità di partecipazione fossero particolarmente gravose”. In particolare, spiega l’Autorità, “non risultava evidente che l’ottenimento del premio o del rimborso/sconto promesso non era immediatamente collegato all’acquisto del prodotto, come indicato nelle pubblicità, ma poteva essere ottenuto solo in un secondo momento, seguendo la procedura prevista per l’operazione a premio, di cui il consumatore veniva pienamente a conoscenza solo dopo avere acquistato il prodotto”.
Ma non solo. Le procedure adottate, secondo Agcom, “erano tali da ostacolare i consumatori nella richiesta e nell’ottenimento del premio/vantaggio promesso, in quanto erano imposti una serie di adempimenti, talvolta ripetitivi, da effettuare entro un breve termine, cui si aggiungeva, in alcuni casi, la reiterata richiesta di produrre ulteriore documentazione”.
C’è poi, come detto, il marketing invasivo: “L’Autorità ha inoltre accertato – si legge nella nota – una seconda pratica commerciale aggressiva, collegata alla raccolta dei dati personali dei propri clienti per finalità di marketing adottata da Samsung fino al 15 agosto 2016. In particolare, una volta proceduto all’acquisto di un prodotto oggetto di promozione, – prosegue la nota – Samsung richiedeva, come condizione obbligatoria per partecipare alla promozione, la registrazione alla piattaforma Samsung People e il consenso all’utilizzo dei suoi dati personali anche per finalità di marketing. Non era, infatti, sufficiente – continua l’Agcom – informare il consumatore, solo in quel momento, che i dati personali sarebbero stati utilizzati allo scopo di effettuare campagne di marketing dedicate, in quanto il consumatore, che aveva acquistato il prodotto in promozione nella prospettiva di ottenere un premio/rimborso/regalo, non poteva a quel punto esimersi dal fornire una serie di dati personali che esulavano dalla manifestazione a premio e dal consentire il trattamento degli stessi anche per finalità di marketing”. E così, ecco la stangata: due sanzioni per ciascuna delle violazioni. Una multa per complessivi 3,2 milioni di euro.
“Esprimiamo grandissima soddisfazione – commenta Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori Palermo – per questa importante decisione dell’Antitrust, che dimostra come Federconsumatori sia sempre in prima linea per la difesa degli utenti e della regolarità del mercato, e testimonia la enorme forza delle associazioni dei consumatori. Se siete vittima di condotte scorrette o aggressive da parte di società di fornitura di servizi – conclude – o di operatori professionali, non esitate a contattarci. Un ringraziamento speciale – conclude – all’avvocato Beatrice Lauricella che si era fatta promotrice della denunzia”. Una denuncia apparentemente banale, partita da Palermo. Ma costata cara a uno dei colossi della telecomunicazione.
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10 Febbraio 2017, 20:24