03 Giugno 2017, 14:50
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CATANIA – C’è stato un nuovo rinvio al processo che ruota attorno alla realizzazione del palazzo ritenuto abusivo di Gravina di Catania. Il procedimento iniziato nel lontano 2011 i cui reati, escluso il falso, sono già tutti caduti in prescrizione, non è ancora giunto ad una svolta. A sedere sul banco degli imputati sono i colletti bianchi dell’amministrazione comunale gravinese assieme a tecnici e titolari dell’immobile di via Monte Arsi, accusati a vario titolo di abuso di ufficio, abuso edilizio e di falso in atti pubblici. Nel corso dell’ultima udienza il giudice, Santino Mirabella, ha intanto annullato la notifica del decreto che disponeva il giudizio nei confronti del geometra Gaetano Viola, accogliendo così la richiesta avanzata dai legali Giuseppe Lo Faro e Vincenzo Mellia. La notifica al geometra era infatti pervenuta al Comune di Gravina dove è impiegato, luogo diverso dal suo domicilio, in un periodo in cui era assente per motivi di salute. Per Viola dunque, l’unico fra i dodici imputati per cui non sono ancora maturati i tempi di prescrizione, il processo inizia daccapo, mentre prosegue per i restanti 11. La prossima udienza è fissata per ottobre.
LE ACCUSE – Secondo le ipotesi di reato formulate dal Procuratore generale Salvatore Scalia, la commissione edilizia avrebbe approvato nel 2008, tramite il rilascio di una concessione, la 8/2008, il progetto finalizzato alla ristrutturazione del vecchio deposito agricolo situato in un’area sottoposta a precisi vincoli paesaggistici. Il progetto per la Procura non avrebbe, però, potuto essere avallato dalla commissione comunale di Gravina prevedendo in realtà la realizzazione di un mega palazzo totalmente diverso dal preesistente, non solo nell’aspetto e nella cubatura, ma anche nella destinazione d’uso, che da agricola si trasformava in commerciale. L’immobile costruito, oggi abbandonato e di recente dissequestrato, non risultava cioè uguale al preesistente. Per la Procura generale, la commissione e i tecnici del Comune avrebbero agito in maniera illegittima con lo scopo di favorire i titolari procurando loro un “ingiusto vantaggio economico”. I titolari Salvatore Maugeri, Lucia Maugeri e Isabella Carmelina Maugeri sono accusati, invece, di aver realizzato senza il “prescritto permesso di costruire”. Il geometra Viola – stando alle contestazioni – avrebbe falsamente attestato che i lavori erano conformi alle autorizzazioni rilasciate, nonostante il fabbricato fosse diverso dal vecchio deposito agricolo. Nel dettaglio, il geometra avrebbe omesso di dichiarare l’esistenza di nuove scale all’interno dell’immobile, strutture che non sarebbero state presenti prima che avvenisse la ristrutturazione.
LA DIFESA – I diversi avvocati dei membri della Commissione edilizia convergono nella medesima tesi difensiva secondo cui la concessione edilizia del 2008 sarebbe stata rilasciata in ragione di un provvedimento sanatorio, datato 2000, che contemplava già la destinazione d’uso commerciale dell’immobile. Ivan Albo, difensore di Ugo Giunta, membro della commissione edilizia, ha chiesto l’assoluzione in formula piena per il suo assistito. Stesso discorso per i legali di Contraffato e Viola, gli avvocati Enzo Mellia e Giuseppe Lo Faro e Micaela Monzella.
A sollevare il caso nel 2009 furono le decine di esposti presentati in Procura da una residente di Gravina, la cui abitazione era vicina al manufatto eretto sulla zona agricola. Tali denunce per diverso tempo non avrebbero però avuto un corso. Ad un certo punto interviene il procuratore generale Salvatore Scalia il quale, dopo aver scritto di suo pugno al pm Salvatore Lo Faro per chiedere informazioni in merito allo stato delle indagini, decide di avocare il fascicolo. Nel 2011 parte dunque il procedimento.
Fra gli imputati c’è anche Fabio Bacciulli, ex vice sindaco dell’Mpa e presidente della commissione edilizia all’epoca del rilascio dell’autorizzazione. Il suo nome era già comparso negli atti del processo Iblis in cui non risultava però né indagato e né mai è stato successivamente interrogato. Il nominativo saltò fuori nell’ambito delle dichiarazioni rese dall’ex governatore Raffaele Lombardo davanti ai giudici e di un dialogo intercettato fra il capo mafia Vincenzo Aiello e il geologo Vincenzo Barbagallo. Tema centrale erano le elezioni comunali di Gravina del 2008.
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03 Giugno 2017, 14:50