16 Maggio 2017, 15:36
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“Non sono pentito di ciò che ho fatto, anzi: un giorno capirete tutti e mi ringrazierete”. È la prima sconvolgente dichiarazione pubblica del 22enne russo Philipp Budeikin, il reo confesso studente di psicologia e ideatore del terribile “gioco” “Blue Whale”. Non ha mostrato alcun pentimento. Il giovane è accusato di aver istigato al suicidio almeno una quindicina di adolescenti negli ultimi mesi dopo aver attratto con l’inganno su Vk, il social network più in voga in Russia, centinaia di giovani e giovanissimi e averli spinti ad accettare l’estrema e tremenda sfida social. Del caso si sono occupati anche “Le Iene”.
Per 50 giorni i ragazzi che decidono di prendere parte al “Blue Whale”, che letteralmente significa balena blu, devono seguire queste regole:
1 – tagliarsi la mano e inviare la foto al curatore;
2 – alzarsi alle 4.20 del mattino e guardare video psichedelici;
3 – tagliarsi il braccio lungo la vena, non troppo in fondo. Fare tre tagli e inviare una foto al curatore;
4 – disegnarsi sul braccio una balena e inviare la foto al curatore;
5 – incidersi “yes” sulla gamba se si è pronti a essere una balena, se no bisogna punirsi con alcuni tagli.
Più si va avanti con i giorni più le regole del Blue Whale sono assurde. La decima, per esempio, dice di alzarsi alle 4.20 di notte e andare sul tetto di un palazzo molto alto, la quattordicesima di tagliarsi il labbro, la sedicesima, invece, di stare tanto male: bisogna procurarsi un forte dolore. Al 26esimo giorno il tutor comunicherà all’adolescente il giorno in cui dovrà morire. Ma non è tutto. Dal 30esimo giorno al 49esimo, ogni adolescente dovrà alzarsi alle 4.20 per guardare film horror e farsi un taglio al giorno. Il tutto sempre documentato da foto spedite al curatore.
L’ultimo giorno, il 50esimo, prevede la morte. I ragazzi che hanno seguito il Blue Whale si buttano giù da un palazzo molto alto. “Ci sono le persone e gli scarti biologici, la feccia. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società”, ha spiegato il giovane durante un interrogatorio.
Budeikin si trova attualmente in carcere a San Pietroburgo, ma non si può parlare di pericolo scongiurato, dal momento che i casi di emulazione si sono moltiplicati in ogni parte del mondo.
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16 Maggio 2017, 15:36