03 Maggio 2011, 19:29
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Il Fondo c’è, o ci sarà. Lo ha annunciato l’assessore alla Formazione e all’Istruzione Mario Centorrino, che ha già predisposto un disegno di legge. Ma l’idea non piace a tutti. Anche perché del “Fondo di garanzia” non si conoscono ancora i connotati precisi. Quanti soldi, insomma, verranno destinati a questo “ammortizzatore”.
Il Ddl presentato oggi da Centorrino contiene alcune modifiche all’articolo 132 della Legge regionale n.4 del 16 aprile 2003, in materia di formazione professionale. In particolare le modifiche riguardano l’estensione del Fondo di garanzia in favore dei lavoratori assunti a tempo indeterminato entro il 31/12/2008, compresi i soggetti impegnati anche in servizi di orientamento e dell’obbligo di istruzione e formazione, e l’utilizzazione del Fondo anche per interventi di accompagnamento alla fuoriuscita del personale.
“Gli aggiustamenti previsti dal ddl – ha spiegato Centorrino – sono significativi per la definizione del complesso progetto di riforma del settore della Formazione professionale in Sicilia. I principi di utilizzo del fondo, infatti,sono finalizzati a realizzare un radicale processo di razionalizzazione delle risorse umane con modalita’che tutelino tutti i lavoratori. L’obiettivo – ha sottolineato l’assessore – è quello di garantire eventuali esuberi di personale che non dovesse trovare una proficua sistemazione nel contesto dell’offerta dei servizi formativi, di orientamento e dell’obbligo d’istruzione da programmare annualmente, e i relativi strumenti finanziari e motivazionali di accompagnamento alla fuoriuscita con le specifiche garanzie giuridiche ed economiche”. Secondo Centorrino, il disegno di legge “viene a colmare la lacuna giuridica che si era determinata con la mancata approvazione del maxiemendamento”.
Scettici i sindacati
Ma la notizia è accolta con una certa freddezza da sindacati e partiti politici. La Cisl, infatti, è tornata ad attaccare il governo, “reo” di non aver rispettato i patti sanciti dall’accordo quadro di metà aprile. La politica, sostiene la Cisl, dopo le “esasperate scorribande clientelari e affaristiche dell’ultimo decennio”, ha scelto, in occasione dell’approvazione della legge finanziaria, di imboccare la strada delle “promesse demagogiche e irrealizzabili, piuttosto che quella delle scelte responsabili per coniugare razionalizzazione del settore e tutele dei lavoratori”. E questo, “nonostante l’assunzione di responsabilità delle parti sociali”, firmatarie dell’accordo-quadro del 14 aprile scorso. La Cisl chiede al governo ed ai presidenti dei gruppi parlamentari di “porre davvero rimedio al disastro che hanno fatto”. “Diano priorità – scrive il sindacato – al Ddl sulla formazione professionale, “portandolo in aula sin dall’avvio dei lavori parlamentari previsti per il prossimo 10 maggio e completando l’iter in commissione in pochi giorni, per approvarlo entro una settimana”. Presentare alla Commissione lavoro dell’Ars il Ddl contenente le norme stralciate dalla finanziaria, infatti, “non è di per sé sufficiente a risolvere la situazione di crisi in cui è stato messo il settore”.
La Uil, attraverso il segretario regionale Salvatore Barone giudica il fondo come uno “strumento utile solo se usato correttamente. Cioè – aggiunge – va visto come tutela transitoria in casi specifici. L’assessore Centorrino invece vede il Fondo come un binario morto per i lavoratori. L’anticamera del licenziamento. E a questo utilizzo siamo fermamente contrari, anche perché comporterebbe – conclude – uno spreco di soldi regionali, visto che servirebbero a pagare la gente per stare a casa”.
“Il fondo di garanzia – dichiara Toni Provenzale dei Cobas Codir – è uno strumento non sufficiente, visto che verranno riversati solo i soldi degli enti definanziati, non tenendo conto degli esuberi. E comunque l’utilizzo del Fondo non dà alcuna garanzia ai lavoratori che dopo cinque anni sarebbero comunque estromessi. Per noi, questo disegno di legge è una bufala”.
Pid e Udc: “Ricollocare i lavoratori”
Critici anche Pid e Udc. Totò Cascio e Marianna Caronia, deputati del partito di Saverio Romano, vedono il Fondo di garanzia come una “opzione subordinata fermo restando che il medesimo possa impiegarsi per tutte e tre le linee di finanziamento: Oif, interventi formativi e sportelli multifunzionali, e comunque per il personale assunto entro la fine del 2008″. Ma la vera riforma del settore non può che prevedere “l’opportunità – continuano Cascio e Caronia – di consentire al personale degli enti eventualmente definanziati di essere assorbiti ovvero utilizzati, con lo stesso monte ore di provenienza, negli enti che ottengono il sostegno economico dal Prof regionale”. Insomma, il rispetto di quella famigerata delibera 350 motivo, tra le altre cose, della protesta dei dipendenti del Cefop che non si ferma.
Sulla stessa linea degli “ex compagni” centristi, Totò Lentini dell’Udc: “Pur apprezzando l’estensione del Fondo in favore dei lavoratori assunti a tempo indeterminato entro la fine del 2008 – ha detto Lentini – chiediamo al governo che disponibilità sono previste nel prossimo bilancio? Sulla base di queste somme chiediamo inoltre quanti saranno i dipendenti garantiti con i fondi regionali? Il personale in esubero deve trovare collocazione in enti regionali, società partecipate, comandi presso assessorati, asp e ospedali e prepensionamenti”.
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03 Maggio 2011, 19:29