27 Settembre 2013, 06:25
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PALERMO – Centri relax sulla carta, locali a luci rosse nella realtà. E non è soltanto un modo di dire: le luci diventano soffuse veramente tra quelle quattro mura, dove tra un massaggio e l’altro l’acqua della vasca da bagno scorre per proporre un “extra” al cliente che, aggiungendo dieci o trenta euro alla tariffa ordinaria, può usufruire di qualche “servizio” in più. E’ il caso dei locali sequestrati dai carabinieri della stazione Resuttana Colli in via Emilia, dove sono finiti in manette Chen Jinyan, di 38 anni, che deve rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e il figlio 18enne, Hong Haoyuan.
Entrambi titolari del centro al civico 45/c, il “Qing Yuan”, sono finiti in manette nel corso di un blitz dei militari dell’Arma effettuato dopo una raffica di segnalazioni da parte dei residenti della zona. I carabinieri stessi hanno confermato che al momento del loro arrivo, alcuni clienti sono stati trovati in atteggiamenti inequivocabili con presunte massaggiatrice, che in realtà sarebbero state disposte a prostituirsi. Le prestazioni avvenivano così in stanze dall’atmosfera soft, con tanto di musica in sottofondo e luci soffuse. Insomma, un vero e proprio centro “hot” dove era possibile sottoporsi a qualunque tipo di massaggio,
Così come in via Siracusa 10, dove a febbraio un altro centro benessere è finito sotto sequestro: il Bai Hua, anch’esso cinese, era diventato il punto di riferimento di facoltosi cleinti. Nel salotto della città la titolare, anche in questo caso cinese, poteva ormai contare su un giro d’affari da centinaia di migliaia di euro. Il centro rimaneva aperto fino a tarda notte, tra lo stupore dei residenti della zona, stanchi tr l’altro del viavai nel palazzo che avrebbe anche provocato l’irruzione dei ladri in due appartamenti.
Massaggi e prestazioni sessuali a pagamento, anche in via Vincenzo Di Marco 6/F. A due passi dal Giardino Inglese i sigilli sono stati apposti allo Prostituzione, chiuso centro cinese in via Vincenzo“Xu Xiao Yan”: il centro benessere aveva destato sospetti sin dalla sua apertura e chi abita nel cuore della zona residenziale della città non aveva perso tempo ad avvisare le forze dell’ordine che nel corso dei controlli hanno trovato soldi in contanti, tre telefoni cellulari e un computer in cui si trovava un lungo elenco di clienti. In quel caso sono state due le massaggiatrici denunciate, mentre la proprietaria è stata arrestata.
La mappa del sesso a pagamento made in China continua con una casa d’appuntamenti scovata in via Lincoln. La strada nei pressi della stazione centrale, infatti, per qualche mese non è stata soltanto protagonista della prostituzione su strada. In un appartamento al primo piano di una vecchia palazzina, infatti, la polizia ha trovato quattro donne che si prostituivano. Una di loro, Tang Lijuan, la proprietaria dell’appartamento, è stata arrestata per favoreggiamento alla prostituzione. Sequestrati, inoltre, 240 euro rinvenuti all’interno di un taschino del reggiseno di una di loro, otto telefoni cellulari, numerosi profilattici, sei tessere sanitarie e un notebook.
Gli investigatori, tramite gli annunci internet, i contatti telefonici e le forme di adescamento per strada, riuscivano a scoprire dove avvenivano gli incontri: i centri relax, infatti, erano presenti su diversi siti dedicati agli incontri. Proprio come quello di via Petrarca 10 scoperto dalla polizia a fine maggio. Nato come “associazione” si era man mano trasformato in un vero e proprio centro a luci rosse, dove numerose ragazze si concedevano ad impiegati e professionisti offrendo un ampio ventaglio di opportunità, compreso il “massaggio interscambiabile”.
Tra i locali sequestrati dalle forze negli ultimi mesi, anche alcuni gestiti da palermitani. Come quello in via Ugo La Malfa, finito nel mirino dei carabinieri a marzo: a finire in manette sono stati Vito Signorino di 51 anni ed il figlio Giovanni Battista, di 21 anni, che avevano preso le redini del “Blue Moon”, al quinto piano di un appartamento al civico 62. Le prestazioni venivano pagate dai cinquanta ai cento euro: dal “body massage” in topless, si passava ben presto al rapporto sessuale.
In via Belgio, invece, il cliente che chiedeva un prestito veniva ricompensato con una prestazione hot. ciò avveniva nella sede di una società finanziaria. Nei locali della società Multiservizi il titolare avrebbe impiegato due massaggiatrici che ricevevano clienti: in seguito alla crisi economica l’uomo aveva escogitato un meccanismo tramite il quale intascava il cinquanta per cento dell’incasso delle ragazze con cui si metteva in contatto tramite internet: inseriva il suo numero di cellulare – a cui le forze dell’ordine sono risaliti – e organizzava gli incontri all’interno del locale dove è stato anche trovato un “cliente” che aveva appena pagato ottanta euro per un “body massage”.
E così, anche se il primato per il numero di centri a luci rosse a Palermo spetta al momento ai cinesi, non è mancata la chiusura di una casa d’appuntamenti a capo della quale c’erano due donne sudamericane. I sigilli sono arrivati per un’abitazione in via Antonio Veneziano, nella zona del tribunale, dove le due fissavano appuntamenti quotidiani per alcune ragazze, anche loro straniere.
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27 Settembre 2013, 06:25