06 Marzo 2019, 16:02
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PALERMO – Il Centro direzionale della Regione Siciliana si farà ma potrebbe non essere più in via Ugo La Malfa. Questa mattina la commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana ha iniziato l’esame degli emendamenti al disegno di legge “collegato” alla Finanziaria, il primo pacchetto di norme proposto dal governo regionale per completare la manovra. Nella seduta mattutina la Commissione ha, però, già stravolto i piani del governo sul mega centro in cui dovrebbero essere raccolti gli uffici regionali.
“Il Centro Direzionale della Regione sarà fatto a Palermo ma sulla sua effettiva ubicazione dovrà obbligatoriamente pronunciarsi il Consiglio Comunale del capoluogo”. Ad annunciarlo è Marianna Caronia, del Gruppo misto e componente della Commissione, che ha presentato numerosi emendamenti per modificare l’articolo due del Collegato. “In questo modo – ha commentato la deputata – si garantisce e si tutela il ruolo istituzionale del Consiglio Comunale, che il sindaco Orlando e i suoi assessori vorrebbero invece svilire”. Sulla definitiva ubicazione, quindi, si attenderà un parere obbligatorio da parte di Sala delle Lapidi.
Anche il Movimento 5 stelle rivendica il risultato sulle modifiche all’articolo 2 del Collegato. “Presenteremo il soppressivo in aula – ha detto Luigi Sunseri – su una materia del genere che rischia di stravolgere il traffico in una zona non servita dal tram, dalla metro, dove saranno trasferiti 4500 dipendenti regionali e convogliata una utenza non quantificabile. Su un tema del genere non basta l’accordo a tre tra Musumeci, Armao il sindaco di Palermo. Orlando coinvolga il Consiglio comunale e non si limiti a fare il passacarte di Musumeci”. Poi Giampiero Trizzino ha aggiunto: “Il M5S non è contrario al centro direzionale, ma è contrario al metodo con il quale lo si vuole autorizzare. Imporlo con legge regionale, in deroga alle norme in materia di edilizia, addirittura bypassando il piano regolatore comunale, è un affronto. Se lo si vuole realizzare, si proceda come per tutte le costruzioni”.
“Oggi – ha spiegato Caronia – l’assessore Gaetano Armao ha confermato che la Regione ha parlato con il Comune, in particolare con il sindaco e con l’assessore Arcuri. Quel che è inaccettabile è che da parte di questi non vi sia stata né la sensibilità istituzionale né l’attenzione politica a coinvolgere il Consiglio Comunale e la commissione Urbanistica su un progetto da circa 500 milioni di Euro, che avrà un impatto enorme sulla struttura urbanistica e sulla viabilità di una vasta zona della città. Il coinvolgimento del Consiglio Comunale – ha concluso Marianna Caronia – è più che un atto dovuto, perché il Consiglio non può essere spettatore delle scelte di pianificazione”. Sempre sul Centro direzionale della Regione, Valentina Palmeri, Luigi Sunseri e Giampiero Trizzino (M5s) hanno proposto poi di aggiungere all’articolo un comma per vincolare la costruzione al rispetto di alcuni standard ecologici.
I lavori della Commissione riprenderanno nel pomeriggio e i deputati si confronteranno anche su altre questioni: dalla dismissione del patrimonio delle aziende sanitarie e degli enti locali, alla gratuità del servizio di trasporto pubblico e, tra gli altri temi, con una particolare attenzione ai più piccoli, si potrebbe parlare anche di una norma che mira a stabilire un limite personalizzato al peso degli zaini scolastici. Secondo l’emendamento proposto dai 5 Stelle, i bambini non possono portare a scuola zaini più pesanti rispetto “al peso corporeo dell’alunno di normale costituzione e ad un quindicesimo del peso corporeo dell’alunno di costituzione gracile”. Per agevolare questo processo gli istituti scolastici “provvedono a dotare le classi di armadietti contenitori per il libri di testo”. Ecco, dotare le classi di armadi e altri strumenti, ma con quali soldi? Il problema delle risorse è fondamentale nell’analisi del Collegato e degli emendamenti presentati.
La seconda commissione è chiamata a esaminare circa 160 emendamenti al testo, una mole di proposte di modifica ai sedici articoli del ddl. Raramente, almeno in questa prima fase, si incontra fra gli emendamenti una norma a contenuto finanziario. La coperta è corta. Il fondo globale da usare per la scrittura del testo vale 12,5 milioni. Quindi la presidenza della Commissione Bilancio, in una prima selezione degli oltre 400 emendamenti presentati, avrebbe cercato di lasciare all’esame gli emendamenti che alteravano il meno possibile il contenuto finanziario del ddl.
L’articolo 4 del ddl Collegato prevede l’eliminazione dell’obbligo di presentare il certificato medico dopo cinque giorni di assenza dalla scuola. Questa misura non varrebbe per le malattie che richiederebbero comunque il certificato. Francesco De Domenico (Pd) prevede di mantenere l’obbligo ma di alzarlo a otto giorni. Mentre il Movimento 5 stelle è per eliminare l’articolo.
Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo (Pd) propongono di modificare l’articolo 6 che propone di approvare un piano di accollo dei mutui delle ex provincie da parte della Regione. Per i deputati la Regione dovrebbe erogare direttamente le risorse piuttosto che accollarsi il debito. Stefano Zito (M5s) propone di riservare maggiori risorse alla provincie in dissesto.
Sull’articolo 7 che si occupa della dismissione del patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie le proposte di modifica vanno in due direzioni. Marianna Caronia ha presentato una serie di emendamenti per aggiungere fra gli enti autorizzati a vendere gli immobili in disuso anche gli enti locali. Valentina Zafarana e Luigi Sunseri hanno invece presentato un emendamento per eliminare il ricorso a un broker per la vendita e avvalersi del dipartimento regionale tecnico e degli uffici del genio civile. Anthony Barbagallo, Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo hanno proposto invece che i beni che saranno dismessi nelle città di Palermo, Messina e Catania e che non hanno finalità sanitarie siano destinati all’edilizia residenziale.
Ci sono poi gli emendamenti al’articolo otto che prevede la gratuità, nel limite di una spesa di 4 milioni, per gli appartenenti alle forze dell’Ordine sui mezzi pubblici dell’Ast per aumentare la sicurezza e gli incentivi agli studenti universitari, agli anziani e ai disabili, nel limite di spesa di 6 milioni. Emendamenti bipartisan, sia di Giuseppe Milazzo e Tommaso Calderone (Fi) che del Partito democratico, prevedono l’eliminazione della parola “Ast” in favore di “tutti i servizi di autolinee”. Il Movimento cinque stelle ha invece proposto una registrazione presso gli uffici Ast e che i benefici vengano rivolti solo a chi abbia un Isee dal valore inferiore a 15mila euro. Anche Lupo e Gucciardi hanno proposto una norma simile: consentire il trasporto gratis a tutti coloro che hanno un Isee inferiore a 7mila euro.
Fra le proposte di modifica, infine, i deputati delle opposizioni danno battaglia sulla norma che prevederebbe un finanziamento di 360mila euro alla Fondazione Whitaker per l’utilizzo di Villa Malfitano per le manifestazioni degli assessorati. Roberta Schillaci (M5s) è prima firmataria di un emendamento che propone di far scendere il finanziamento a 200mila euro. Per Valentina Zafarana (M5s) il finanziamento deve essere di 255mila euro. Mentre per Giovanni Bulla (Udc) deve ammontare a 200mila.
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06 Marzo 2019, 16:02