05 Giugno 2013, 21:59
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PALERMO – Il centro direzionale della Regione Siciliana non si farà più a Fondo Luparello. Almeno questa è la direzione tracciata dall’ordine del giorno alle linee-guida del Piano Regolatore Generale votato oggi da Sala delle Lapidi su proposta del consigliere Aurelio Scavone. Con questo indirizzo gli uffici tecnici, non appena saranno chiamati a elaborare lo schema di massima sulla base delle linee-guida del Prg, saranno in ogni caso vincolati a trasferire la faraonica opera dall’area verde che un tempo faceva parte della Riserva Reale Boccadifalco.
L’idea di accorpare gli uffici e gli assessorati della Regione oggi sparsi in immobili in affitto per risparmiare sui costi risale a una ventina d’anni fa. E se l’Amministrazione Cuffaro l’aveva inserita nel proprio programma individuando come possibile location Fondo Uditore, nel 2011 il suo successore Raffaele Lombardo, in accordo con la Giunta Cammarata, aveva deciso di puntare dritto su Fondo Luparello, l’ultimo polmone verde resistente della fu Conca d’Oro: lì si immaginava un’infrastruttura da 70 mila metri quadri capace di accogliere centinaia fra uffici e dipartimenti e almeno ventimila dipendenti.
I costi dell’opera si aggiravano intorno ai due miliardi di euro: 200 milioni per il centro, 800 milioni per strade e bretelle di collegamento alle autostrade e un miliardo per una tangenziale montana nuova di zecca che dall’imbocco dell’autostrada Palermo-Catania, bypassando l’attraversamento della città, conducesse direttamente sulla Palermo-Trapani. Fondo Luparello venne scelto perché si trova nella fascia pedemontana che separa la periferia ovest di Palermo dalle frazioni di Baida e Boccadifalco. Attualmente è accessibile perlopiù da via Roccazzo, che collega Boccadifalco a Passo di Rigano.
Il progetto fin da subito ha scatenato una vera e propria sommossa popolare che ha visto battersi in prima fila ambientalisti, consiglieri comunali, comitati civici e semplici cittadini, con in testa il forum composto da Fai, Amici dei musei, Associazioni dimore storiche, Italia Nostra, Amisa e Salvare Palermo e, più di recente, il gruppo su Facebook “Salviamo Fondo Luparello”, oltre a Wwf e Legambiente. Tra le contestazioni lanciate dagli ambientalisti, oltre chiaramente a quelli riguardanti la perdita di ettari di verde, c’è il fatto che la zona, essendo alluvionale e paludosa, è considerata ad alto rischio idrogeologico, specie nella zona di Baida, e pertanto inadatta alla costruzione di struttura tanto imponente.
“Non si capisce perché la Regione, se vuole tagliare i fitti, non possa semplicemente decentrare i suoi dipartimenti – commenta Scavone – sfruttando i tanti edifici e caserme dismessi o inutilizzati, piuttosto che progettare un’infrastruttura che avrebbe un impatto negativo incalcolabile e che ritengo del tutto inattuabile. È necessario che l’Amministrazione insista affinché si riprenda il tavolo tecnico con la Regione, la Provincia e l’Anas (anch’esse coinvolte nel progetto, ndr), che è stato costituito a gennaio e non si è ancora riunito una sola volta”.
E il parere espresso oggi da Sala delle Lapidi trova un’immediata sponda nell’Amministrazione, come confermano le parole dell’assessore comunale all’Ambiente Giuseppe Barbera, che già in passato si era detto contrario al centro direzionale di Fondo Luparello: “Siamo fermi a quanto dicono le linee-guida per il Prg – dice l’assessore –. Le indicazioni sono chiare: stop al consumo di suolo, massima attenzione al suolo libero, ritorno dell’agricoltura, valorizzazione dei parchi. Prima di andare a fare un centro direzionale, con tutto quello che comporta, ci penseremo non una ma dieci volte. Non c’è niente in programma al momento a Fondo Luparello nè in Giunta si è parlato di questo o di altre alternative per quell’area. In questo momento Fondo Luparello è prevista e rimane a verde”.
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05 Giugno 2013, 21:59