Centro, Licandro vede i residenti | "Espropriati delle nostre vite" - Live Sicilia

Centro, Licandro vede i residenti | “Espropriati delle nostre vite”

Ieri la prima mossa del neo assessore al ramo che, ha deciso di inaugurare così il suo "nuovo corso". "Serve approccio collettivo".

CATANIA – Incontrare tutte le associazioni che operano nel centro storico e ascoltare direttamente da loro i problemi e il bisogni di uno dei luoghi più importanti, ma proporzionalmente più degradati della città. Fatto di persone prima ancora che di palazzi e monumenti. Questa la prima mossa del neo assessore al ramo, nonché a Cultura e Turismo che, ha deciso di inaugurare così il suo “nuovo corso”. Che non sarà affatto semplice, date le problematiche sul piatto, alcune veramente difficili da scardinare perché parte di un processo di decadimento più ampio che coinvolge tutta la città e che sembra andare avanti senza soluzione di continuità. Problematiche elencate una ad una dalle associazioni presenti (Mobilità sostenibile, Comitato dell’Indirizzo, Associazione Centro storico, Comitato Antico Corso, Fabbrica del decoro, Facciamo Centro, Centro contemporaneo, Associazione centro storico – piazza Carlo Alberto, associazione delle guide turistiche. 

ILLEGALITA’ – A denunciarla tutti i presenti, ma in particolare i rappresentanti del Comitato dell’Indirizzo che vivono e operano nella zona compresa tra piazza Duomo e il Castello Ursino, in si trovano beni e monumenti di pregio – le Terme dell’Indirizzo o piazza Mazzini, per citarne alcuni. Un’area ultimamente “popolata” da numerosi locali “che “spacciano” alcool a basso prezzo e rimangono aperti tutta la notte”, dove si scatenano risse e le strade “vengono usate come bagni pubblici, per fare i bisogno o vomitare”,. Per i rappresentanti del Comitato il cattivo esempio rappresentato da una discoteca – aperta anche se priva di alcune autorizzazioni (infatti in seguito chiusa) – in una via stretta, senza insonorizzazione, avrebbe non solo reso invivibile la zona per gli schiamazzi e la musica ad alto volume, ma anche spinto altri a investire in zona aprendo pub o locali “che vendono alcolici a basso prezzo e a qualsiasi ora”. “Abbiamo esigenza di far convivere attività produttive e residenti – afferma  uno dei rappresentanti -ma attualmente. ci sentiamo espropriati della vita normale, quotidiana. Molti violano le regole: ad esempio, in piazza Currò la sera la via viene sbarrata e riempita di avventori.

ASSENZA DI REGOLE – Mancherebbe, innanzitutto, il piano del Commercio che, se realizzato, potrebbe stabilire su carta quali attività siano compatibili con il centro storico e la sua vocazione turistica e di veicolo di bellezza, e quali no. La Ztl, l’unica istituita, non è mai entrata in funzione: questo, secondo i residenti, avrebbe peggiorato la situazione, dato il “limbo” tra ciò che è consentito e ciò che non lo è. Non ci sarebbero sufficienti controlli nei locali che, sebbene non sia consentito dalla legge, passano musica anche la sera e senza la dovuta insonorizzazione.

MANCANZA DI UNA INTERLOCUZIONE –  L’assessore Licandro è stato incaricato dal sindaco appena una settimana fa. Prima di quel giorno mancava un delegato di Giunta al Centro storico, dopo le dimissioni dell’assessore Angela Mazzola a maggio 2016. Ma anche precedentemente, secondo i rappresentanti delle associazioni, oltre qualche timido incontro non si sarebbe andati. E, quando si è verificato il contrario, i passi avanti sarebbero stati eccessivamente timidi, per non dire quasi inesistenti. Come affermato da Renato Camarda, presidente della Fabbrica del Decoro (ideato dall’assessore all’Urbanistica, Salvo Di Salvo). “Abbiamo lavorato ad alcuni regolamenti per la soluzione di problemi del decoro urbano – dice. Stiamo lavorando ai beni comuni, abbiamo fatto dei sopralluoghi, visitato piazza Dante, il Bastione infetti, e il centro storico. Ci siamo fermati per la grande quantità di problemi emersi. Insomma, abbiamo fatto il punto ma poi non è successo nulla”. Camarda ha denunciato le ritorsioni ad alcuni membri della Fabbrica, dopo i sopralluoghi effettuati con l’assessore Di Salvo. “Dopo i sopralluoghi, molte persone presenti hanno trovato colla nelle serrature e alcuni le macchine danneggiare – ha continuato, sottolineando l'”atmosfera mafiosa e di terrore”. 

SOLUZIONI – Molte le possibilità avanzate dalle associazioni. Da quella centro storico ad esempio, la cui presidente Daniela Catalano, ha proposto di ragionare dividendo la città a seconda dei luoghi di interesse e valorizzare questi per avere benefici in tutta l’area interessata. “In questi anni – afferma – degrado e crisi hanno impoverito il centro storico, ma ci sono stati anche atti amministrativi che abbiamo attaccato, che hanno selezionato utenza di basso livello e favorito atteggiamenti mafiosi rispetto a quelli sani. Il conflitto nasce per la tipologia di investimenti che vengono favoriti in centro: alcolici e impunità ostentata. Noi chiediamo innanzitutto un piano commerciale: il centro storico dee essere un contenitore vivo, ma bisogna capire cosa si vuole e fare in modo di ottenerlo. Occorre un progetto che centralizzi i beni e ne faccia volano. Occorrono atti amministrativi a sostegno di economia sana e residenti”. Ma anche creare spazi per i quartieri, di cui ha parlato il Comitato Bastione degli Infetti, e soprattutto fare lavorare insieme i rappresentanti dell’amministrazione con deleghe pertinenti. “Non si può prescindere dagli altri assessorati, dalla sovrintendenza e dai igili urbani aggiunge Marcella Renis. Si deve partire dalla Ztl, farla funzionare e allargandola”.

Tutti suggerimenti di cui terrà conto l’assessore Licandro, che ha ascoltato i presenti prendendo appunti. E che alla fine di questa settimana incontrerà gli esercenti e, subito dopo, i rappresentanti del mondo della cultura. “I problemi sono gravi e complessi – ammette, affermando che quello con i residenti è il primo di una lunga serie di confronti. Purtroppo – continua – manca la cultura civica, manca l’etica. Proporrò l’osservatorio del centro storico con soggetti che non sono dell’amministrazione, residenti, associazioni, imprenditori e assessori”. Licandro tiene a sottolineare il metodo. “Dopo gli incontri – dice – studieremo il percorso migliore per arrivare a un’assemblea dove si possa fare una sintesi. In altre città questo e stato possibile. Questa delega – continua –  si può esercitare solo se si mantiene una dimensione collettiva: questo è il nuovo spirito”. 

 

 

 

 

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