Il Centrodestra cala| Ma non c’è il crollo

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26 Maggio 2014, 10:43

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PALERMO – Se in Italia il centrodestra piange, in Sicilia piange con un occhio. I partiti eredi del Pdl perdono sì, ma non crollano. E nell’Isola mantengono ancora qualche barlume di vitalità. Il dato che emerge con chiarezza, però, è che il baricentro del consenso a destra si è nettamente spostato verso Catania. Salvo Pogliese in Forza Italia e Giovanni Lavia nel Ncd, infatti, hanno letteralmente sbaragliato la concorrenza. Sconfitti quelli che fino a qualche anno fa erano protagonisti indiscussi dello scenario politico del centrodestra isolano, cioè Gianfranco Miccichè, capolista ma solo terzo in Forza Italia, e Francesco Cascio, terzo anche lui nel Nuovo centrodestra, doppiato da Giovanni Lavia.

La geografia del potere in quello che era l’imbattibile centrodestra isolano è cambiata. In primis perché il potere non c’è più. I tempi del 61 a 0, dei trionfi di Cuffaro e Lombardo, dei sindaci di centrodesta, sono ormai cartoline ingiallite. Ciò malgrado, Forza Italia supera comunque il 20 per cento e gli alfaniani ottengono un risultato ben al di sopra di quello, assai modesto e deludente, racimolato a livello nazionale.

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Tra i forzisti ha fatto un figurone il siculo-sardo Salvo Cicu, mentre non è riuscita la rincorsa del candidato Innocenzo Leontini, sostenuto da Saverio Romano, Raffaele Lombardo e altri pezzi di un blocco vagamente ancien regime in cerca di rilancio.

E se Giovanni Pistorio se la cava – il segretario dell’Udc si piazza secondo dietro Lavia (ancora Catania) – va detto però che l’Udc, in teoria secondo partito della maggioranza di governo, pesa 35 mila voti contro gli oltre 90 mila del nemico Articolo 4. Sarà difficile non tenerne conto dentro la maggioranza.

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26 Maggio 2014, 10:43

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