Centrodestra compatto ma restano i nodi siciliani - Live Sicilia

Centrodestra compatto ma restano i nodi siciliani

Rinviata la discussione sulle regionali. Ma qualcosa bolle in pentola.

PALERMO – Il centrodestra nazionale raggiunge l’intesa sulla premiership (chi prende più voti indicherà il presidente del consiglio) e sulla ripartizione dei collegi uninominali ai partiti della coalizione. E’ questo il dato saliente del vertice che si è tenuto ieri a Roma. 

Sicilia: discussione rinviata

Restano impolverati sul tavolo, invece, i dossier sulle regionali in Sicilia, Lazio e Lombardia (una discussione che assicurano i beneinformati si terrà a stretto giro). In via confidenziale si narra di una coalizione che ha seppellito l’ascia da guerra, complici probabilmente i sondaggi che soffiano sulle vele del vascello del centrodestra. Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi con l’Italia, Coraggio Italia e Udc cercano la quadra ma lasciano da parte le scivolose vicende sicule. Ma c’è molta Sicilia nella Capitale. A partire dagli unici due siciliani presenti al vertice: il colonnello meloniano Ignazio La Russa e l’ex ministro di Noi con l’Italia Saverio Romano.

I siciliani a Roma nelle ore calde del centrodestra

Anche fuori dalla Camera dei deputati non sono pochi i big siciliani presenti nella città eterna nei giorni decisivi per il futuro della coalizione. Nello Musumeci ma non solo, si pensi al trio Miccichè, Minardo e Lombardo avvistato ieri a Roma. Quest’ultimo starebbe lavorando a un accordo con Forza Italia per fare delle liste comuni alle regionali e politiche, galeotto fu l’incontro di ieri mattina tra Lombardo e Berlusconi in quel di Villa Grande? Probabile. Nelle stesse ore si consumava lo strappo di Totò Cuffaro, indispettito dal rinvio a data da destinarsi della pratica siciliana suscitando, rivela a taccuini chiusi un big del centrodestra, non poche reazioni. Resta congelato il bis di Musumeci e rimane un grosso punto di domanda sulla ghiotta occasione costituita dall’accorpamento della tornata delle politiche a quella regionali (le dimissioni di Musumeci sono però la condicio sine qua non). L’ipotesi che riscriverebbe l’agenda politica isolana sembrerebbe stuzzicare i vertici nazionali dei partiti della coalizione.

Election Day, il contropiede per mettere nei guai gli avversari

Il voto anticipato, infatti, scompaginerebbe ulteriormente il campo avversario creando non pochi problemi alla truppa giallorossa che in Sicilia deve fare i conti con il rovinoso divorzio consumatosi a livello nazionale e avrebbero oggettive difficoltà a reggere, a quel punto le strade del PD e del M5S si dovrebbero separare. La mossa, inoltre, costituirebbe un tentativo in grado disinnescare la bomba Cateno De Luca scoperto sul versante dell’apparentamento nazionale. Almeno nelle intenzioni. L’ex sindaco infatti continua a lavorare di buona lena e sta pensando di correre in solitaria anche alle politiche giocandosela soprattutto in quel di Messina (eleggendo un manipolo di deputati e senatori) e puntando a superare lo sbarramento grazie ai contatti ramificati nelle regioni del meridionali. “Io sono assolutamente tranquillo”, dice a Live Sicilia. A questo punto non resta che aspettare. In primis le dimissioni di Musumeci che, senza una parola chiara da Roma, però rimangono congelate. 


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