04 Aprile 2023, 05:12
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VERONA – Il vino scorre a fiume ma ancora la quadra fare il brindisi non c’è. Le vicende del centrodestra isolano tra i corridoi del padiglione Sicilia, uno dei più affollati di Vinitaly, tengono banco sotto traccia. “Siamo qui per parlare di vino non di amministrative”, dice a più riprese l’assessore regionale all’agricoltura, Luca Sammartino, che si muove come una trottola tra la firma di un protocollo d’intesa e un giro degli stand.
Una serafica Valeria Sudano schiva i riflettori restando calma e indifferente “mentre tutti attorno fanno rumore”.
Insomma, nel cuore di Verona i principali protagonisti della politica siciliana minimizzano le polemiche che scandiscono le cronache della giornata. In primis, il presidente Renato Schifani che arriva a Vinitaly in compagnia del coordinatore reginale azzurro Marcello Caruso e tiene la bocca cucita. Caruso invece nei capannelli rassicura i cronisti: “Troveremo l’intesa”. Solo Totò Cuffaro si sbottona.
“Io a Catania voto Valeria Sudano, lei è l’unico nome possibile: la voterei anche se non fosse candidata”, dice l’ex presidente della Regione che si trova a Verona in veste di produttore di vini. Un endorsement, accompagnato dall’immancabile richiamo alle comuni origini democristiane, che Cuffaro rivendica.
Riavvolgendo il nastro della giornata si parte con la nota della coordinatrice della Lega Annalisa Tardino che minaccia l’assenza del Carroccio al tavolo regionale di mercoledì sollevando il “caso Licata” nelle ore più delicate che riguardano la gestione della partita di Catania.
A cannoneggiare sulla Lega e Sudano ci pensa qualche ora dopo il portavoce degli autonomisti al tavolo regionale, Fabio Mancuso, paventando una marcia indietro della deputata (che nei fatti non c’è). “Mancuso è diventato il portavoce della Lega?”, è il commento ironico (ma non troppo) che corre sulle chat leghiste.
Poco dopo arriva il commento a mezzo stampa dell’ex assessore Fabio Cantarella che fa quadrato attorno a Sudano e rimbrotta Mancuso. Nelle stesse ore a Verona Schifani e Sammartino fanno cose e vedono gente, per dirla come Nanni Moretti, vestendo i panni istituzionali.
Ma il vero dato politico che arriva dalla città etnea è che Fratelli d’Italia prenderà altro tempo prima di fare il tanto agognato nome del candidato (l’ultimo borsino conferma Sergio Parisi in pole position).
Lo mette nero su bianco Giovanni Donzelli in occasione di una riunione di spogliatoio nella città dell’Elefante. Una situazione statica, condita dalle soffiate su un incontro pomeridiano tra Donzelli Lombardo Galvagno e Messina, che toccherà a Meloni e Salvini sbloccare. Un grattacapo di non poco conto: “prosit”.
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04 Aprile 2023, 05:12