Politica

Centrodestra: Musumeci azzera la giunta dopo il ko in aula

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12 Gennaio 2022, 23:13

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PALERMO – “Di Paola-Miccichè”. “Di Paola-Miccichè”. “Miccichè”. La sequenza delle schede scrutinate, con i deputati del Pd che si smarcano da possibili imboscate votando in modo chiaro e inequivocabile (“Di Paola-e il proprio nome”), segna in modo incontrovertibile la crepa che si sta aprendo nella maggioranza. Il viso contrito del presidente Musumeci fa il resto. Parafrasando De Gregori: “Nello Musumeci il tuo giro è finito. E già si racconta che qualcuno ha tradito”.

Il pomeriggio dei “franchi tiratori”

Il voto per i grandi elettori del Capo dello Stato si chiude con il presidente terzo (29 voti) alle spalle di Gianfranco Miccichè (44) e del rappresentante dell’opposizione Nuccio Di Paola (32). I deputati di opposizione gongolano, i malpancisti della maggioranza sogghignano. “Oggi in aula si balla” avevano preannunciato in chat. E così è stato. Il pomeriggio nero del Presidente, una volta interrotta la diretta streaming dell’aula, si racconta a colpi di retroscena. Il presidente riunisce gli assessori per cercare di capire come reagire all’affronto. Nel frattempo i cellulari dei cronisti squillano all’impazzata e i “franchi tiratori” si palesano. “Ma non si dimetterà mai, si vede che non lo conoscete”, dice un pezzo da novanta del centrodestra. “Ma pensava di governare senza i partiti?”, si chiede un altro malpancista.

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La controffensiva di Musumeci

Questa volta però la ferita è troppo profonda per cicatrizzarsi con una dichiarazione piccata sui giornali contro la partitocrazia, Musumeci lo sa e corre ai ripari. Barricato nella sua stanza con i fedelissimi vaglia le varie mosse per sferrare la controffensiva. Tre, dicono i beneinformati, le ipotesi sul tavolo: rifiutare l’investitura di grande elettore, azzerare la giunta, dimettersi. L’ultima ipotesi sarebbe stata caldeggiata dall’assessore Razza. Ma nel tam tam delle voci che si rincorrono tutto va preso con le pinze. Ad ogni modo, la risposta arriva forte e chiara. In diretta facebook quattro ore dopo “lo schiaffo”. E i toni sono durissimi. Musumeci si affida al gergo militare e parla di “disertori”. Poi è tutto un climax che da “accattoni” arriva fino a “scappati di casa”. Gli epiteti per gli alleati infedeli sono una cartina al tornasole della gravità della situazione. Musumeci rispolvera il manicheismo di un tempo e si dipinge come il presidente tirato dalla giacca che non si lascia intimidire. Fino all’annuncio di volere azzerare la giunta. Da domani si gioca a carte scoperte. 

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12 Gennaio 2022, 23:13

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