Centrosinistra e primarie: cosa accade nella galassia giallorossa - Live Sicilia

Centrosinistra e primarie: cosa accade nella galassia giallorossa

Il via libera del Pd e i possibili effetti a catena sulla coalizione.

PALERMO – Primarie: les jeux sont faits. L’ok del Pd alle primarie è un fulmine a ciel sereno o quasi. A sancire il via libera sono stati il vicesegretario nazionale Peppe Provenzano e il segretario regionale Anthony Barbagallo ieri a Palermo in occasione di un incontro con il leader dei Cento Passi Claudio Fava. Indiscrezione riportata dal quotidiano La Sicilia e confermata dal segretario regionale dem a Live Sicilia che, nei fatti lancia, ufficialmente la competizione. Non si è fatta attendere la risposta di Claudio Fava. “Apprezzo molto le parole del segretario regionale del Pd: d’accordo con lui per primarie del centrosinistra prima della pausa estiva. Saranno anche un’occasione per rinsaldare lo spirito e gli obiettivi della coalizione: governare la Sicilia chiudendo l’esperienza opaca e deludente della giunta Musumeci”.

Le partite incrociate di Barbagallo e Fava

Ma proviamo a mettere un po’ d’ordine. La presenza dell’ex ministro è un elemento che sottolinea l’importanza che la partita sicula riveste in zona Nazareno: le regionali saranno infatti le prove generali delle politiche del 2023.  E il Pd punta tutte le sue fiches sulla Trinacria. Lo sa bene il segretario regionale Barbagallo che ha lavorato dietro le quinte in queste settimane. Scrivi “primarie” e leggi “tarpare le ali a possibili voli solitari inchiodando gli alleati all’interno del perimetro della coalizione che verrà”. Campo che i democratici sognano di allargare. E non sono i soli, probabilmente. Gongola ovviamente Claudio Fava che da tempo chiede una risposta agli alleati (accusati di fare melina) e alla fine la spunta nella partita delle primarie visto che da mesi esprime la volontà di giocarsi tutto ai dadi dei gazebo. 

Le spaccature degli avversari

Il centrosinistra così preme sull’acceleratore approfittando delle spaccature degli avversari avvitati sulla querelle del Musumeci bis e dilaniati da guerre intestine di ogni genere e sorta. Uno scatto in avanti come è avvenuto nel caso del match palermitano. Adesso la palla passa ai partiti della coalizione: si attendono i nomi dei candidati. Un altro passaggio fondamentale da definire riguarda le regole per individuare modalità di voto e il parterre dei partecipanti alla consultazione. Senza dimenticare il passaggio che mina di più l’unità delle varie formazioni politiche: l’individuazione dei frontman. 

Operazione candidati: on

E già impazza il toto-nomi con i dem tentati dall’ipotesi Caterina Chinnici, la candidatura dell’eurodeputata sarebbe a quella più quotata (all’interno della famosa triade con Giuseppe Provenzano e Pietro Bartolo) e considerata più attrattiva nei confronti della galassia moderata da conquistare per allargare il campo. I Cento Passi sono già in campo con Claudio Fava che ha dalla sua il vantaggio competitivo del fattore tempo. Più complessa invece la situazione interna al M5S. I pentastellati aspettano che Conte sciolga il nodo sul coordinatore regionale: i deputati regionali Nuccio Di Paola e Antonio De Luca restano sempre in pole position. Ma il Movimento rischia di non trovare la quadra sul nome del candidato alla presidenza. Uno dei nomi più quotati rimane quello del deputato regionale Luigi Sunseri. Ma ci sono almeno due fattori da tenere sott’occhio. Il fattore G come Giarrusso (Dino), l’eurodeputato giocando un po’ da outsider aveva dato la propria disponibilità a correre alle primarie (più volte invocate) e facendo storcere il naso ai suoi. Ma soprattutto il fattore C: Giancarlo Cancelleri. Ma la strada per una candidatura sembra abbastanza in salita. Infatti, non c’è ancora il via libera contiano per ovviare la regola dei due mandati. Secondo i bene informati l’ipotesi presa maggiormente in considerazione nelle stanze romane sarebbe quella di non consentire di superare il doppio mandato per l’elezione a una specifica carica, ma permettere agli storici portavoce di optare per una candidatura diversa. Per intenderci: chi ha svolto due mandati da parlamentare regionale potrebbe correre per un posto alla Camera e non chiudere di netto con l’esperienza politica. Sciolto questo nodo si dovrebbe definire un quadro più nitido.  


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