10 Luglio 2012, 10:49
3 min di lettura
Nell’ormai lontano 2004, Fabio Granata, allora assessore regionale al Turismo e ai Trasporti, inaugurava in compagnia di Totò Cuffaro e Francesco Cascio (all’epoca rispettivamente presidente della Regione e assessore al Territorio), il primo dei 42 treni Minuetto che avrebbero dovuto rappresentare una svolta per il trasporto pubblico ferroviario siciliano, acquistati con fondi comunitari dalla Regione Siciliana per 46 milioni di euro. Treni più comodi, dotati di tutti i comfort e con spazi previsti per il posteggio delle biciclette e per i disabili.
Da quel momento sono passati otto anni, e adesso Granata ha denunciato, nel corso di un’intervista, la sparizione di questi treni. “Certamente questi treni adesso circoleranno fra Brescia e Cuneo, anche perché immagino siano fondamentali gli spazi per gli ispettori e gli istruttori di sci. Certo quelli sono spazi ai quali in Sicilia non si può rinunciare”, ha detto ironicamente Granata. “Comunque al di là della pesante ironia – ha continuato il deputato Fli – questa è una delle tante occasioni mancate del modello di sviluppo siciliano, l’ennesima opportunità perduta nel percorso di innovazione del trasporto ferroviario, tant’è che questi treni circolavano in Sicilia senza che nessuno se ne accorgesse”.
I treni erano stati collocati nelle tratte Intercity, riuscendo a far percorrere cinque volte al giorno le tratte Siracusa-Catania (50 minuti), Catania-Taormina (20 minuti, con corse anche notturne), Palermo-Cefalù (40 minuti), Palermo-Trapani (60 minuti) e Palermo-Agrigento (1 ora e 45 minuti).
Nella sua pesante filippica contro la gestione di questi treni, il politico nisseno non risparmia nessuno. “Questo progetto non è stato comunicato adeguatamente ai siciliani – ha proseguito Granata – perché la potente lobby degli autotrasportatori su gomma dell’Isola, impediva e ha impedito la promozione di questo progetto. Il risultato è che questi treni all’inizio hanno viaggiato sostanzialmente vuoti, poi via via sempre più pieni grazie al passaparola”. Secondo quanto denunciato da Granata, una volta esaurito il suo mandato nel 2006 questi treni sono scomparsi e quindi i 42 Minuetto acquistati con i fondi comunitari non si sono più visti, tant’è che il parlamentare cova il sospetto che nemmeno circolino più in Sicilia.
Abbiamo chiesto a Franco Spanò, segretario generale regionale di Filt Cgil se quello di Granata è un sospetto fondato o se si tratta solamente di un caso montato senza che abbia fondamenta per quel che concerne lo reale stato delle cose. “É un problema del tutto falso – ha detto Spanò – Anzi, grazie a quei 42 treni, o meglio, grazie a quelli che ancora non si sono rotti in Sicilia viene mantenuto il servizio. Altro che scomparsi!”. Secondo il sindacalista, il problema del trasporto ferroviario nell’Isola è un altro. “La polemica dovrebbe riguardare il fatto che viene ridotto il finanziamento sia per garantire il servizio che per avere treni nuovi”.
Spanò infatti ha rilevato una pesante riduzione di suddetto finanziamento di 25 milioni, da 111 a 86 milioni di euro. Per il segretario generale regionale della Filt Cgil, c’è anche un rischio concreto per i lavoratori. “I posti di lavoro si riducono con meccanismi di fuoriuscita utilizzando il fondo speciale ferrovieri e non sostituendo i pensionati – ha affermato Spanò – Inoltre ci sono a rischio un migliaio di posti di lavoro nell’indotto dove le imprese del subappalto hanno avuto tagliati gran parte dei servizi”.
Una rettifica invece arriva dagli uffici dell’assessorato regionale ai Trasporti, per bocca dello stesso assessore, Andrea Vecchio. “La Regione ha acquisito questi treni con un apposito bando nel 2002 – ha detto Vecchio – pagando un terzo della quota totale. Di questi treni 30 sono a trazione elettrica e 10 a diesel e sono dislocati a seconda delle tratte dove c’è più richiesta di passeggeri. Attualmente sono però in circolazione solo 29, poiché nove sono in manutenzione e due sequestrati in seguito a incidenti. Purtroppo l’azienda che si occupa della manutenzione – ha concluso l’assessore – la francese Alstom, si è adeguata alla lentezze che sono la norma alla Regione Siciliana, e non ha ancora concluso i lavori”.
Pubblicato il
10 Luglio 2012, 10:49