Gibiino molla Firrarello |”Quella cena con la Santanchè”

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25 Novembre 2013, 20:28

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CATANIA – É il tempo degli addii. Con il ritorno di Forza Italia e la fuga al centro della componente alfaniana, alcuni sodalizi ritenuti un tempo inossidabili, vengono meno. Nulla sarà più come prima. Le vecchie amicizie si trasformeranno in mere alleanze, se non addirittura in rivalità. La politica vive anche di divorzi. Nulla di nuovo. E quello consumato in questi giorni sotto il vulcano tra Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione, da un lato, e il senatore Vincenzo Gibiino, dall’altra, ne ha tutto il sapore. Fatto sta che, con l’implosione del Pdl, una delle segreterie politiche che negli ultimi anni ha mietuto il maggior numero di successi elettorali a Catania, si lacera. Ognuno torna a suo modo al passato. Di questo ne è convinto lo stesso Vincenzo Gibiino, che spiega a LiveSicilia: “Ho iniziato con Forza Italia e non ho mai militato altrove. Sono sempre stato con Berlusconi e con lui continuerò a stare. In tutta questa faccenda – sottolinea – non ho fatto altro che rimanere al mio posto”.

In effetti, che Vincenzo Gibiino sia un forzista della prima ora, nessuno lo mette in dubbio. Anzi, per molti aspetti ha rappresentato uno dei modelli del nuovo corso berlusconiano. Alto, affabile e cortese. Un uomo tanto elegante quanto dandy e con una irriducibile passione per la Ferrari. L’incontro con l’ex scudocrociato Firrarello, e quindi con il genero Castiglione, è avvenuto soltanto a qualche anno dalla fondazione di Forza Italia. Un momento che, entrambi i protagonisti, hanno avuto il modo di rievocare per un’ultima volta assieme. Riferisce infatti Gibiino: “Mi sono incontrato proprio in questi giorni con Pino Firrarello. Dal ’99 fino all’altro ieri, posso dirlo tranquillamente, ho vissuto al suo fianco delle splendide pagine di Storia. Non le dimenticherò mai. Mi dispiace dunque – riferisce con una vena di rammarico – di non poter condividere con lui questa nuova avventura”.

I nuovi compagni di strada di Gibiino, sopratutto a Catania, hanno poco a che vedere, però, con il movimento fondato nel 1994 da Silvio Berlusconi. Alle pendici dell’Etna, gli interpreti della nuova Forza Italia sono Basilio Catanoso, Salvo Pogliese e Raffaele Stancanelli. Ovvero le colonne della vecchia Alleanza Nazionale. Un dettaglio che non scompone affatto il senatore berlusconiano: “Il processo che ha visto gli amici dell’ex Msi, poi An, confluire in Forza Italia è politicamente complesso. Definirli semplicemente degli ex An mi sembra alquanto riduttivo. Sono degli stimati colleghi con i quali abbiamo avuto anni e anni di collaborazione. Se dovessimo tornare indietro, distinguendo tra liberali, democristiani o missini, si resterebbe impantanati”.

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Sul versante brontese, Pino Firrarello sembra non essersi ancora ripreso dalla separazione con Gibiino. Se in prima battuta, intervistato da LiveSicilia, cerca di liquidare la faccenda con laconico “sono cose che succedono, che ci vogliamo fare…”; incalzato, la butta in caciara: “Non c’è peggio di quando le persone si ubriacano. Lui per altro non è abituato a bere e qualche goccio in più gli avrà fatto male. È stato sufficiente – chiosa Firrarello – che la Santanché lo invitasse una sera a cena per pensare che la sua vita fosse cambiata”. Una scelta che, dal punto di vista strategico, non turba affatto – o almeno sembra – i calcoli degli alfaniani. Il sindaco di Bronte, dal canto suo, ostenta sicurezza: “Non perderemo voti dalla sua uscita. Lui ha delle capacità che finora abbiamo utilizzato al meglio, però, in quanto a consensi, non so che dire. Lo vedremo con la reintroduzione delle preferenze. Finora non si è mai confrontato con gli elettori. E siccome non si voterà più con questa legge elettorale, sia che ci saranno i collegi o le preferenze, vedremo”.

Nonostante l’accento pungente, le considerazioni di Firrarello sulla scelta di Gibino lasciano spazio anche ad argomenti più strettamente politici che fanno luce anche sulla propria scelta di aderire al Nuovo Centro Destra: “Certo, Gibiino ritiene che il futuro sia Berlusconi. Dal canto mio, invece, prendo atto di tutte le cose buone che ha fatto finora l’ex premier. Penso però che a 78 anni, sarebbe più opportuno dedicarsi a figli e nipoti e lasciar fare a chi è giovane. Alfano, per intenderci, non vuole interpretare la Democrazia Cristiana. Il ministro degli Interni – conclude Firrarello – ha un obiettivo sincero: riunire in un unico soggetto il mondo dei moderati”.

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25 Novembre 2013, 20:28

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