Cronaca

C’eravamo tanto amati…’Separazione consapevole’ per tutelare i minori

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08 Marzo 2022, 14:32

6 min di lettura

Ricordate il famoso film La guerra dei Roses? Puntuale racconto in forma di black comedy di cosa accade spesso quando un amore finisce e il rancore, o peggio ancora l’odio coniugale, prende il sopravvento. Era il 1989, sono passati trentatrè anni da allora, ma in molte separazioni il tempo sembra essersi fermato a quel modello violento come la frase rappresentativa del film: “Finchè morte non ci separi”. Senza arrivare alla tragedia – anche se la cronaca registra dati drammatici – occorre lasciare da parte astio e livori, guardare al futuro impegnandosi per il benessere dei figli. Benessere non solo materiale.

“Si tratta di un lutto”

Può succedere che un matrimonio inizialmente felice col tempo perda d’interesse, il rapporto si logora, si creano fratture, finisce la favola e vengono a galla incomprensioni e tensioni. La riconciliazione diventa impossibile. E mentre volano i piatti e si distruggono i ricordi, inizia il lungo iter di vendette, ritorsioni e dispetti reciproci. Ma la famiglia che si è creata è una cosa seria che merita rispetto. Così come meritano amore, rispetto e tutela tutti i minori coinvolti nelle separazioni dei genitori. Perché i ragazzi soffrono, le loro abilità emotive e sociali sono messe in crisi, sono frequenti attacchi d’ansia ed episodi di aggressività che possono alternarsi alla depressione. Devono trovare nei genitori un aiuto e un sostegno nell’elaborazione del lutto. Perché di lutto comunque si tratta.

Come risolvere le divergenze

Come risolvere le divergenze in modo corretto gestendo il possibile livore e tenendo sempre presente che in una separazione: “Non esiste vittoria ma solo gradazioni di sconfitta”? Lo abbiamo chiesto a tre professioniste del settore che hanno lanciato “Separazione consapevole”, un progetto pilota a tutela dei minori nelle cause di separazione. Si tratta di tre donne palermitane determinate e impegnate nel sociale, le avvocatesse Gabriella Tutone e Rosa Lio, esperte in diritto di famiglia, e la psicologa Giulia Grillo, consulente per studi legali in psicologia giuridica. Il loro obiettivo è quello di assistere la coppia impedendole di farsi del male e farne ai figli. Assistiti da un’equipe specializzata, i coniugi saranno accompagnati per mano spostandosi dal terreno di scontro a un nuovo terreno d’incontro. Il progetto “Separazione consapevole,” nasce dalla loro esperienza nel diritto di famiglia e, segnatamente, di coppie in crisi, spesso con figli. La criticità della situazione è data dal cambiamento di vita che investe l’intero nucleo familiare nel quale anche i figli vengono coinvolti essendo i soggetti più fragili e che subiscono in maniera più incisiva le scelte degli adulti. E’ ovvio che la separazione è sempre dolorosa, tuttavia, se affrontata in modo corretto, può divenire per l’intero nucleo familiare, un evento meno dannoso, se non addirittura più sano, che crescere in una famiglia (che tale è solo formalmente), ma densa di tensioni, liti e conflittualità forte che provoca nei figli, magari bambini, delle lesioni spesso insanabili. A questo bel team di donne a sostegno della famiglia e dei minori chiediamo di spiegarci più dettagliatamente il progetto.

Avvocato Tutone, come nasce il progetto Separazione consapevole”?

“Nasce con l’obiettivo di eliminare i motivi di conflittualità accompagnando la coppia verso una separazione consapevole e condivisa, a tutto beneficio soprattutto di coloro che nel tempo, diverranno adulti. Il nostro team oltre a essere composto da due legali che seguiranno, separatamente, ciascun coniuge con tutte le tutele professionali e deontologiche del caso, ha al suo interno una psicologa che seguirà la coppia per lavorare sulla conflittualità a beneficio dei figli. Perché lafamiglia, in presenza dei figli, non si scioglie mai, in quanto la responsabilità genitoriale e l’affidamento condiviso determinano la crescita dei figli sempre e comunque con entrambi i genitori”.

Lei pensa che una coppia in crisi sia disposta a farsi seguire da professionisti e a mettersi in gioco?

“Riteniamo sia opportuno che la coppia possa trovare un luogo dove essere aiutata a responsabilizzarsi. Seguire la coppia all’interno del processo separativo ha la funzione di dare nuovo significato al momento che gli ex coniugi vivono, al fine di farli uscire dalla logica del conflitto e delle reciproche rivendicazioni per ricentrarsi sul proprio ruolo di genitori e sulle esigenze dei figli. Se è vero infatti che la separazione segna la fine di un legame di coppia, è pur vero che ciò pone la necessità di trovare un nuovo modo di essere genitori”.

Dottoressa Grillo, come si costruisce una sintonia genitoriale?

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“Bisogna decentrarsi dai propri bisogni contingenti per condividere stili educativi, vittorie, paure e questioni relative ai figli. È un processo che richiede la messa in campo di risorse cui a volte può risultare difficile attingere senza un supporto esterno. Un processo doloroso per la coppia, che si trova a dover ‘lavorare’ sia suldistacco, sia su un piano della costruzione per trovare un terreno comune sul quale potersi incontrare ancora come genitori. Per far ciò è necessario uscire dalla logica delle colpe e delle rivendicazioni e spostare l’ottica sui figli, quasi sempre veri protagonisti delle dispute giudiziarie ma al contempo lasciati sullo sfondo. Ecco che si pone come necessaria la costruzione di un Noi coppia genitoriale e la riorganizzazione di quei ruoli e quelle funzioni educative necessarie al sano sviluppo psico-fisico dei figli”.

Come spiegare ai figli che chiuso il rapporto coniugale i due ex rimangono una coppia di genitori per sempre?

“La separazione non provoca di per sé un danno psicologico, ciò che invece incide profondamente sullo stato emotivo dei figli, mettendoli a rischio di difficoltà psicologhe e relazionali anche a lungo termine, è il modo in cui la separazione viene comunicata e gestita nel tempo, è la qualità dei rapporti che vengono mantenuti tra tutti i membri della famiglia durante e dopo la separazione. E’ importante infatti che ai figli venga data una spiegazione adeguata rispetto a ciò che sta accadendo e che vengano aiutati a comprendere che non sono i responsabili della separazione, che non è loro compito tenere insieme i genitori, né prendere le parti dell’uno o dell’altro. Ma soprattutto che questo cambiamento verrà gestito insieme senza perdere i loro punti di riferimento fondamentali”.

Avvocato Lio ma una civile separazione è una contraddizione in termini?

“No assolutamente. Può essere difficile ma non certo contraddittorio. La presa di coscienza della fine del rapporto coniugale, accompagnato dalla consapevolezza che la propria funzione genitoriale, al contrario non finirà mai e che anzi è vitale per la crescita equilibrata dei figli. Il supporto nella fase di separazione, consapevolmente intrapreso, può dare solo benefici al percorso successivo”.

Qual è la differenza tra separazione consapevole e mediazione familiare?

“Le differenze tra il progetto di separazione consapevole e la mediazione familiare sono sostanziali e investono due aspetti. Il primoè determinato dal requisito tecnico: la funzione di mediatore può essere svolta da un professionista che non abbia necessariamente quelle competenze tecniche e professionali specifiche di uno psicologo, l’unico deputato a poter intervenire sull’aspetto più intimo della conflittualità, capirne le motivazioni e agire nell’interesse comune della ‘ex coppia’. Nella mediazione familiare, infatti, la priorità è assicurare che le parti raggiungano un accordo al fine di proteggere i futuri rapporti tra loro. La seconda differenza è che il mediatore è un singolo terzo imparziale, mentre nel nostro progetto vi sono due distinti avvocati uno per ciascun coniuge con tutte le garanzie deontologiche sulla fedeltà del mandato a beneficio del proprio assistito”. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

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