Uccise il rivale in amore a Cerda | È malato, niente carcere

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29 Settembre 2015, 06:15

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CERDA (PALERMO) – Da alcuni giorni ha lasciato il carcere di Enna per trasferirsi in una struttura sanitaria nel Catanese. Calogero Cicero, finanziere di 50 anni, non era capace di intendere e volere quando uccise con la pistola d’ordinanza Vincenzo La Tona, impiegato dell’ufficio tecnico del Comune di Cerda. Era certo che la vittima fosse l’amante della moglie e lo crivellò di colpi nei locali del municipio.

Una perizia, chiesta dal legale della difesa, l’avvocato Salvo Priola, ha confermato che l’imputato non era in sé quando premette il grilletto. Soffriva e soffre del cosiddetto “disturbo bipolare”, conosciuto anche come disturbo maniaco-depressivo, che si manifesta con gravi alterazioni dell’umore e fasi di depressione. Nel gennaio scorso il sottufficiale scese da casa armato di una Beretta e arrivò negli uffici di via Roma, dove esplose la sua rabbia.

Sette colpi raggiunsero La Tona al torace e alla testa. Seminò il panico fra i dipendenti e poi tornò nella sua abitazione a Termini Imerese. Fu lui stesso a consegnarsi ai carabinieri, ammettendo: “Ho ucciso l’amante di mia moglie”. Il movente passionale non è mai stato in dubbio. Inizialmente, però, si era pensato ad una discussione culminata con le pistolettate. Dopo l’interrogatorio, invece, la posizione di Cicero si era aggravata. Il delitto era sembrato frutto di una mente fredda, capace di programmarlo e di eseguirlo. Ora i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari Sabina Raimondo sono giunti alla conclusione che si è trattato del gesto folle di una mente malata che non può essere tenuta in carcere ma curata in una struttura sanitaria.

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29 Settembre 2015, 06:15

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