03 Febbraio 2011, 08:21
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La storia degli operai della Cesame, finiti al centro di una disputa siculo – svedese, è tortuosa e fatta di promesse, speranze, occupazioni e proteste clamorose. La storica azienda di sanitari, in seguito a una profonda crisi, ha lasciato ad un destino incerto circa 300 operai. Da subito le istituzioni e gli enti locali in particolare avevano manifestato la volontà agli operai di mediare con le nuove realtà economiche che sarebbe cresciute sotto il vulcano per una ricollocazione.
Circa 150 ex dipendenti Cesame, fuoriusciti dalla fabbrica nel 2008, si sono da subito impegnati in un’ardua missione per far risorgere l’araba fenice: rilevare la fabbrica e costituire una cooperativa per far ripartire la produzione. Ma le lungaggini burocratiche hanno avuto la meglio. La buona nuova è giunta solo intorno alla fine del mese scorso, quando gli operai hanno firmato a Roma, il 26 gennaio, nella sede del ministero per lo Sviluppo economico la transazione che consentirà loro di fare ingresso in fabbrica entro il mese di febbraio.
In questo modo ottanta di loro potranno rientrare nel circuito del lavoro attivo. All’Inps chiederanno di avere la loro liquidazione in una rata unica, perché, lavorando da imprenditori di se stessi, partiranno investendo anche le loro somme nel progetto di riportare in alto l’azienda. Ma ci sono anche 130 operai, espulsi dalla fabbrica nel 2005, che attendono una ricollocazione promessa dalla politica e finora mai arrivata. Nei mesi scorsi, per ben due volte, gli ex operai hanno occupato la stanza del sindaco Stancanelli, dopo l’ennesimo rifiuto da parte del colosso svedese Ikea di assorbire parte dei lavoratori.
Infatti la ditta svedese era stata individuata come possibile salvagente per gli ex operai. Il sindaco Stancanelli aveva ricevuto la promessa da parte dell’Ikea di alcuni posti di lavoro, che però si sono rivelati esigui rispetto alle esigenze. Solo sette fortunati hanno potuto contare su un posto di lavoro nell’indotto Ikea. Eppure molto clamore in città ha suscitato l’avvento dei leader del mobile “fai da te”, visto che lo scorso autunno parteciparono migliaia di persone alla maratona on line per superare la prima fase delle selezioni. Basti pensare che in solo 72 ore arrivarono oltre 24mila domande di assunzione.
La vicenda, con l’intervento di Lombardo, dopo un servizio del Tg di LA 7, ha causato anche le reazioni del suo “nemico” Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia di Catania. “In una Regione che non riesce ad attrarre investimenti e che vive una terribile paralisi – spiega Castiglione – ci troviamo davanti al paradossale e disarmante fatto di dover constatare l’uso del turpiloquio nei confronti di un grande gruppo commerciale come Ikea da parte del presidente Lombardo”.
Gli ex operai della Cesame hanno deciso di rivolgersi anche a Sant’Agata nei giorni per chiedere un po’ di serenità e un futuro migliore.
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03 Febbraio 2011, 08:21